Il panorama dell’intrattenimento via streaming, da qualche giorno, è entrato in un’improvvisa fase di fermento visto che, dopo varie iniziative illustrate da Netflix per quanto riguarda i competitor video, sono emerse non poche novitĂ anche in ambito audio, grazie a YouTube e Spotify.Â
Come noto, da diverso tempo YouTube Music è candidato ad essere l’erede designato di Google Play Music e, in tal senso, sono sempre piĂą numerose le funzionalitĂ concesse al primo: a quelle giĂ in essere, nelle scorse ore, se ne sono aggiunte alcune a beneficio delle playlist. Dopo diversi avvistamenti, su Android, tramite un’attivazione da server remoto, stanno sbarcando le playlist “collaborative” (giĂ presenti su YouTube standard dedicato ai video): queste ultime, attraverso il pulsante “Collabora“, situato nella pagina Modifica ove è possibile anche settare la privacy per la playlist, cambiarne il nome o redigerne una descrizione, permettono di invitare, via condivisione di un link, altre persone ad aggiungere dei brani ad una data playlist. Nell’eventualitĂ che la proposta venga accettata, i contributi “esterni” saranno accompagnati dal nome dell’utente latore della proposta.Â
Sempre a beneficio delle playlist, questa volta individuali, partendo ancora una volta da un’attivazione remota per Android, Google sta rilasciando la facoltĂ di aggiungere nuove tracce attraverso una sezione di suggerimenti che, posta in basso in ogni playlist (in modo quasi analogo a quanto giĂ fattibile su Spotify), vedrĂ la piattaforma suggerire nuovi brani da aggiungere (mediante l’apposito ed eloquente pulsante), scelti sulla base dell’apprendimento automatico, che terrĂ conto del titolo della playlist, di ciò che giĂ contiene, e della cronologia di ascolto.Â
Un’altra iniziativa targata YouTube riguarda il supporto ai Creators. Lo scorso anno, Google ha introdotto la possibilitĂ di abbonarsi a pagamento ad alcuni Canali, versando 4.99 euro al mese, in cambio di minor pubblicitĂ nei video e di contenuti inediti: secondo quanto comunicato dalla piattaforma stessa, dal 3 Agosto venturo, tale formula di supporto in stile Patreon potrĂ essere siglata anche su base trimestrale o semestrale.Â
Sul versante dell’utenza comune, invece, giunge dall’India la conferma di un lento ritorno alla normalitĂ in merito alla qualitĂ con cui vengono riprodotti i video: secondo diverse testimonianze locali, collegando il proprio smartphone a una rete Wi-Fi, è di nuovo possibile visionare le clip nelle risoluzioni 720p, 1080p, e 2K mentre, operando da traffico mobile, si resta ancorati ai 480p previsti a inizio pandemia per non congestionare la Rete.Â
Infine, un’iniziativa dalla rivale svedese Spotify. Quest’ultima, portando avanti un’iniziativa anticipata a Maggio, quando venne stilato un accordo col popolare Joe Rogan per trasmettere in esclusiva i programmi su Spotify, ha annunciato il varo dei podcast video (per ora ancora pochi e per lo piĂą in lingua inglese) riproducibili dagli utenti paganti e free, sia dal computer via browser che lato mobile tramite app: secondo quanto spiegato dal music streaming in verde, nel riprodurre un podcast video, qualora l’utente sia impegnato a schermo con un’altra app o decida di bloccare lo schermo, andrĂ avanti la sola parte audio del podcast, col video che si sincronizzerĂ automaticamente in un secondo momento, e la possibilitĂ per l’utente di scaricare anche solo la porzione audio di un videopodcast, per risparmiare dati e ascoltarla in un secondo momento.Â