WhatsApp: ufficiale il cashback pro WhatsApp Pay, denuncia dal Codacons

Nelle scorse ore, è emersa la notizia secondo cui il Codacons avrebbe denunciato l'ex Facebook Inc per il trattamento dei dati senza il consenso degli utenti, in merito ai sempre attivi backup online. Nel contempo, la messaggistica ha varato il cashback interno.

WhatsApp: ufficiale il cashback pro WhatsApp Pay, denuncia dal Codacons

WhatsApp, al pari della casa madre Meta, continua a essere bersagliata da critiche in merito alla privacy, come appena accaduto in Italia ove sul capo della messaggistica in verde pende una denuncia da parte del Codacons: il tutto mentre la piattaforma che ha seppellito gli SMS ha appena varato, come confermato da diversi utenti del posto, il suo piano di cashback in India, ove l’iniziativa è tesa a supportare la locale adozione del sistema di pagamenti in-app proprietario WhatsApp Pay

Uno degli update più graditi dagli utenti è stato quello che ha permesso di riprodurre le note vocali in modalità accelerata, a 1.5 o 2x: nel ricordarlo ai propri utenti, il gruppo di leaker di WABetaInfo ha riferito di altre nuove iniziative messe in campo da WhatsApp, questa volta in favore, però, del suo sistema di pagamenti in-app noto come WhatsApp Pay. Quest’ultimo, in India, si confronta con realtà consolidate, come PhonePe, Paytm e Google Pay e, quindi, necessita di nuovi modi per farsi strada del cuore dei consumatori: a tal proposito, Meta ha pensato di intervenire facendo leva sul chiacchierato sistema di cashback in preparazione per la sua messaggistica in verde, stabilendo che, promozionalmente, per ogni transazione gestita via WhatsApp Pay, l’utente avrà diritto a un cashback di 51 rupie (0.59 euro). 

Il regolamento dell’iniziativa prevede che, per poter partecipare al progetto (dal quale sono esclusi gli account Business) di rimborso di WhatsApp, occorra usare l’ultima versione dell’app, averla usata per non meno di 30 giorni, aver collegato WhatsApp Pay al proprio conto corrente bancario, e che anche il destinatario del pagamento sia registrato su WhatsApp Pay. A quel punto, si potrà beneficiare del cashback per 5 transazioni, indipendentemente dal loro ammontare, quindi anche per quelle che partono dal minimo di 1 rupia (0,012 euro), con la conseguenza che gestendo tramite WA Pay spese per un totale di 5 rupie (0,058 euro), si otterrà un cashback complessivo di 255 rupie (circa 2,95 euro). 

Sempre da WABetaInfo, poi, arriva la notizia secondo cui, come già fatto nella beta 2.21.220.14 per iOS, anche nella beta 2.21.22.21 di WhatsApp per Android, è stato cambiato il piè di pagina introdotto due anni fa per render edotti del fatto che WhatsApp fosse di Facebook: ora, il nuovo piè di pagina, nella schermata iniziale, sia in modalità chiara che scura, reca la dicitura “da Meta”

Passando all’Italia, le cose vanno certamente peggio per WhatsApp che, non a caso, è stata denunciata presso il nostro garante della privacy dal Codacons: l’associazione consumatori lamenta che non sia possibile disattivare (la procedura continuerebbe ad avviarsi anche settandosi su “Mai” il “Backup su Google Drive”) il salvataggio delle chat verso Gdrive nel caso di Android, con la conseguenza che i messaggi potrebbero essere copiati e / o esposti in caso di data breach.

Secondo Menlo Park, gli utenti possono comunque eseguire altri backup in locale, solo che – per ragioni di sicurezza – non possono disattivare i backup standard, quelli verso il cloud che, di fatto, sarebbero sempre attivi, anche se gli utenti non ne sonno consapevoli. Il Codacons, ipso facto, ha parlato di “trattamento dati senza il consenso dell’interessato, per finalità non volute dall’utente ed oltre il tempo necessario rispetto alle finalità dello stesso” e, di conseguenza, ha presentato la denuncia chiedendo che si imponga a Meta di adeguarsi agli articoli, dal 15 al 22, del GDPR e, nel frattempo, di sospendere (o vietarne) il trattamento dei dati. In caso di mancate decisioni favorevoli da parte dell’autorità in favore della privacy, viene resa nota l’intenzione, da parte del Codacons, del procedere a una class action nei riguardi della messaggistica in questione.

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