WhatsApp, nelle scorse ore, ha rilasciato diverse novità avvalendosi del suo canale beta, in particolar modo destinate ad Android ma, nel contempo, ha diramato la lista dei dispositivi non più supportati dal 2019 ed avviato una campagna contro le fake news a partire dal cruciale mercato indiano: ecco di cosa si tratta.
La prima novità whatsuppiana di questo middle week riguarda la versione di WhatsApp per tablet Android, avvistata qualche giorno fa: all’epoca ci si chiedeva se l’installazione della medesima attraverso il Play Store fosse attribuibile, o meno, ad un bug ma, dalle recenti comunicazioni dei leaker di WABetaInfo, è chiaro che, invece, si tratta di una scelta consapevole da parte di Menlo Park.
Con la release beta 2.18.367 di WhatsApp per Android non è più necessario scaricare l’apk da internet, e procedere alla sua installazione manuale su un tablet, ma si può operare direttamente dall’ex Play Market, a patto di avere – però – un tablet dotato di slot per SIM o di supporto alle eSIM: questo perché, per questioni di sicurezza (evitare la simulazione d’identità in seguito al furto di un device), ogni account WhatsApp (al contrario di quanto avvien per la versione Desktop, in effetti simulata), deve corrispondere a un numero telefonico. Secondo gli esperti, tale test sarebbe finalizzato a sperimentare l’adattività dell’interfaccia dell’app ai più ampi schermi delle tavolette intelligenti: così, quindi, troverebbe spiegazione la mancanza di alcune funzionalità base dell’app, presenti nella controparte per smartphone.
Un’altra novità di WhatsApp giunta attraverso il suo canale beta, nella release 2.18.370, afferisce – invece – alle videochiamate di gruppo: dopo gli avvistamenti recenti, come confermato sempre da WABetaInfo, ora arriva in collaudo il sistema agevolato per condurre delle videochiamate sino a 4 persone in contemporanea (mittente incluso), partendo da un semplice gruppo testuale. Entrato in quest’ultimo, notando in alto la cornetta col segno dell’addizione, tippandola, si potranno scegliere 3 contetti in un colpo solo, coi quali far partire una videochiamata comune.
Sempre dall’onnipresente WABetaInfo, poi, giunge l’indiscrezione inerente gli instant payments: quest’ultimi, con implicazioni nei microprestiti p2p e nell’e-commerce, ma anche nella suddivisione delle spese, dopo i test iniziali favorevolmente in India, sia avviano a fare il loro imminente esordio anche in un nuovo mercato, il Messico, con altri paesi previsti nel corso del 2019.
Dall’anno venturo, inoltre, secondo quanto riporta il sito 20minutos, WhatsApp smetterà di funzionare su alcuni smartphone animati da vecchi sistemi operativi: quali? E’ presto detto: saranno out i vecchi OS della mora cino-canadese (BlackBerry OS e Blackberry 10), quelli di alcuni datati Windows Phone (come Windows Phone 8.0 e Nokia S40), ed alcune vecchie versioni di Android (2.3.7 e precedenti) e iOS (iOS7 e predecessori). Gli utenti dei device coinvolti da questa obsolescenza programmata cambieranno telefono, o più semplicemente app di messaggistica (migrando in massa verso Telegram)?
Infine, un’iniziativa di WhatsApp partita (anche questa) dall’India, paese in cui la circolazione di fake news via app ha portato ad alcuni linciaggi pubblici: Menlo Park, in questo mercato, avvalendosi della TV, di Facebook, e della collaborazione di YouTube, ha fatto partire 3 spot (della durata di 1 minuto) in cui invita gli utenti ad andare oltre al sensazionalismo di quanto possano eventualmente ricevere via WhatsApp, prestando attenzione alla sostanza (e verificando i fatti) di ogni contenuto ricevuto (prima di condividerlo a propria volta).