Il giro di boa settimanale per WhatsApp non si è avviato con buone notizie, con la celeberrima applicazione di messaggistica istantanea del gruppo Facebook Inc che si è vista sospendere il sistema di micro-pagamenti appena varato in Brasile, dopo aver ricevuto critiche dai senatori USA in merito alla crittografia end-to-end pro criminali: il tutto, per giunta, con la già avvenuta scomparsa degli stickers animati, da poco testati in beta.
WhatsApp Payments, il sistema di micro-pagamenti in-app della messaggistica in verde prevede la possibilità per gli utenti di scambiarsi piccole somme e di pagare gli acquisti di prodotti e servizi, a costo zero, direttamente dall’interno di una chat avviata col proprio interlocutore: l’unica commissione, del 3.99%, è richiesta alle imprese, per ricevere il denaro pattuito dalla transazione. Nel 2018, il servizio in questione, fondato su un’architettura differente, ha visto attuarsi i primi test funzionali sul mercato indiano, senza mai ricevere il placet al rilascio globale sull’intero territorio. I test, poi, sono proseguiti in Messico.
Il 15 Giugno scorso, in Brasile, Facebook ha inaugurato, sull’intero territorio nazionale, una versione di WhatsApp Payments basata su Facebook Pay ma, dopo poco più d’una settimana, è già tempo di stop: secondo quanto anticipato da The Verge, la Banca Centrale Brasiliana, lamentando di non aver avuto il tempo necessario a esaminare il servizio, temendo che lo stesso fosse suscettibile di pratiche anti-concorrenziali, ne ha intimato la sospensione, a tempo indefinito, richiedendo a Visa e Mastercard di sospendere i trasferimenti denaro (un po’ come “staccare la spina” a un lungodegente) da e verso WhatsApp Payments, pensa sanzioni amministrative e multe varie.
Facebook, che al portale Bloomberg ha formalmente confermato il desiderio di supportare gli utenti brasiliani nei pagamenti digitali in accordo con la a Banca Centrale del posto, sarebbe pronta a fare ricorso al Conselho Administrativo de Defesa Econômica.
Non vanno meglio le cose negli USA, dove tre senatori repubblicani, tra cui il presidente della commissione Giustizia del Senato, Lindsey Graham, hanno presentato la proposta di legge “Accesso legale ai dati crittografati”, lamentando che diverse applicazioni (tra cui Telegram, Signal, WhatsApp, Messenger, iMessage di Apple), proteggendo le conversazioni private con la crittografia end-to-end, scuderebbero i reati dei criminali, osteggiando le indagini delle forze dell’ordine. Facebook, sentitasi chiamata in causa, ha dichiarato che l’eventuale adempimento della proposta di legge “non ci renderebbe più sicuri, ma meno sicuri“, promettendo collaborazione con le forze dell’ordine nel prevenire abusi pur “preservando la capacità di tutti gli americani di comunicare in modo privato e sicuro“.
Infine, una parziale retromarcia in merito all’arrivo di nuove funzionalità. Nelle scorse beta 2.20.70.26 per iOS e 2.20.194.7 per Android, Menlo Park aveva cominciato a testare gli stickers animati, già presenti in varie app rivali ma, secondo quanto constatato dai leaker di WABetaInfo, l’opzione preposta a tale scopo è stata prontamente rimossa dalla release beta 2.20.194.9, costringendo gli utenti a un downgrade dell’app, per poter conservare la nuova funzione.