WhatsApp: perplessità dell’ONU, WhatsApp Pay presto in più paesi

Giornata di comunicazioni finanziarie per Facebook che, criticata dall'ONU per la sicurezza di WhatsApp, nei prossimi mesi punta a estenderne la piattaforma di pagamenti peer-to-peer, WhatsApp Pay, in altri paesi (oltre l'India).

WhatsApp: perplessità dell’ONU, WhatsApp Pay presto in più paesi

Di recente, Facebook Inc – come molte altre aziende di grosse dimensioni – ha diffuso i dati finanziari relativi al 4° trimestre del 2019, snocciolando parimenti una serie di metriche dalle quali si evince la platea di coloro che quotidianamente (2.3 miliardi) o mensilmente (2.89 miliardi) utilizza almeno uno dei sempre più integrati servizi della holding (Messenger, WhatsApp, Instagram, Facebook). Tale crescita potrebbe anche incrementarsi, nel caso andasse in porto l’estensione del progetto WhatsApp Pay, o essere frenata, nell’eventualità che si dia peso ad alcune perplessità dell’Onu.

Durante la conference call con gli investitori della holding in blu, il CEO della stessa, Mark Zuckerberg, è tornato a parlare di WhatsApp Pay, il sistema di pagamenti in-app che, previa la configurazione di un metodo di pagamento, come un conto corrente o una carta di credito, permette agli utenti della chat di usare la stessa per scambiarsi denaro in seguito a una compravendita, o di pagare aziende di terze parti, per acquisti fatti online o nei negozi fisici, un po’ come la cinese WeChat della discussa Tencent che, per inciso, può essere usata anche per acquistare i biglietti dell’autobus/treno, o pagare le bollette. In più, ha ricordato, Zuckerberg, WhatsApp Pay nasce anche per consentire alle piccole imprese di promuovere le proprie attività, o di generare nuove opportunità di business o sviluppo.

Il sistema ideato dai tecnici di Menlo Park è in test dal 2018 in India, ov’è stato usato con soddisfazione da un milione di utenti e, solo per alcune perplessità normative del locale governo e della banca centrale indiana, non è stato esteso a tutto quel territorio: d’altro canto, e qui si sostanzia la rivelazione odierna, Mark Zuckerberg conta, nei prossimi 6 mesi, di poter estendere questo sistema di pagamenti, che in India è basato tecnicamente sulla Unified Payment Interface della National Payments Corporation of India, localmente adoperata per agevolare le transazioni interbancarie, anche in altri paesi (tra i quali, probabilmente, anche l’Italia). 

In attesa che tali progetti si realizzino, e di capire come WhatsApp Pay si integrerà con il Marketplace di Facebook, le iniziative per l’e-commerce di Instagram, e con l’analogo e già noto Facebook Pay, Menlo Park ha dovuto occuparsi di quanto deciso dall’ONU che, in seguito all’hackeraggio (rendicontato dal The Guardian) dell’iPhone X di Jeff Bezos da parte degli hacker dell’Arabia Saudita, ha ordinato ai propri funzionari – come confermato dal portavoce Farhan Haq – di non usare WhatsApp per le comunicazioni ufficiali, dacché non sarebbe sicuro.

Ovviamente, ciò ha portato la chat-app a discolparsi, ribadendo che la tecnologia di criptazione end-to-end delle proprie chat, la stessa di Signal, impedisce a chiunque, azienda di terze parti o WhatsApp stessa, di poter leggere i messaggi che gli utenti si scambiano. 

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