WhatsApp, ancora l’app di messaggistica più usata al mondo, nonostante il crescente impiego, nelle ultime settimane, di Telegram (con tanto di tool per importarne le chat) e Signal, continua a subire la diffidenza, causa privacy, degli utenti indiani e, in più, risulta essere stata usata come canale di diffusione per un attacco hacker. Tra tante difficoltà, non mancano, però, anche novità funzionali.
Dall’India, grande mercato per WhatsApp, giungono nuovamente cattive notizie, in seguito al varo delle nuove policy d’uso e privacy, la cui entrata in vigore è stata spostata alla metà di Maggio. Secondo un sondaggio di LocalCircles, condotto su 17mila persone, la maggior parte degli intervistati si è detta disposta a non usare le funzionalità a pagamento che WhatsApp introdurrà, e a interrompere l’uso della versione Business dell’app, qualora dovessero essere condivise informazioni personali con terzi o con Facebook. Sempre in India, un sondaggio condotto da BM Nxt, società di analisi di mercato, ha confermato il forte (82%) disappunto per le nuove normative di WA che, se confermate, potrebbero portare a una fuga in massa potenziale (72%) verso altre realtà della messaggistica istantanea.
Anche in tema di sicurezza, le cose non vanno particolarmente bene per WhatsApp. Nei giorni scorsi, il noto Lukas Stefanko, ricercatore presso Eset (software house slovacca apprezzata per l’antivirus Nod32), ha reso noto d’aver scoperto l’avvio di un attacco hacker che, nella prima fase, fa ricorso a un worm propagato proprio tramite WhatsApp.
Nello specifico, diversi utenti avrebbero ricevuto per messaggio un link che prometteva la possibile vincita di uno smartphone, scaricando un’app da quello che era, in realtà, una versione finta del Play Store. L’app, una versione manipolata degli Huawei Mobile, installata in locale chiedeva l’accesso alle notifiche di WhatsApp, per sfruttarne le smart reply, in modo da potersi propagare inviando messaggi automatici di download ai contatti dell’utente ormai “infettato”. Lo scopo dell’attacco, contro cui l’unico argine è quello di scaricare le app solo da fonti verificate/sviluppatori attendibili, badando sempre alle autorizzazioni che si concedono, sarebbe quello di crearsi una base utenti molto ampia per poter far partire, in un secondo step, un attacco di tipo adware, con annunci pubblicitari invasivi.
Infine, una lieta novità funzionale. WhatsApp ha appena comunicato che utilizzerà gli Status (le sue Storie) per aggiornare gli utenti sul varo di nuove funzionalità, approfittando di un primo inoltro nel corso del quale ha anche ricordato come tuteli la privacy attraverso la crittografia end-to-end delle conversazioni personali. Considerando che gli Status dell’account WhatsApp non possono essere silenziati, è verosimile ipotizzare che lo stesso sistema, quando gli utenti si saranno abituati a consultare con maggior frequenza questo canale, verrà usato anche per veicolare gli annunci pubblicitari, come già emerso in passato.