WhatsApp, l’app di messaggistica da oltre 1.3 miliardi di utenti mensili, già da tempo, sotto l’egida di Facebook Inc, si è impegnata nel contrastare la disinformazione, in particolar modo in un periodo – come quello attuale – particolarmente delicato anche sotto il profilo informativo: in tal senso, la restrizione dei messaggi frequentemente inoltrati, ora possibile per una sola chat per volta, ha portato a una riduzione del 70% delle condivisioni virali. Menlo Park, però, non si è fermata qui.
Già introdotto il bot dell’OMS (WHO, World Health Organization) per fornire agli utenti un canale dal quale reperire informazioni certificate sull’attuale pandemia in corso, il team di WhatsApp ha implementato un risponditore automatico, AI based, anche per smascherare le bufale in tema coronavirus, con l’Italia che ha beneficiato di tale opportunità grazie al bot “Facta”.
Qualcosa di simile, per ora in lingua inglese, ed in dimensioni più “global”, è stato introdotto, nelle scorse ore, grazie all’International Fact-Checking Network della scuola di giornalismo indipendente Poynter Institute che, sita in Florida, aveva da poco ottenuto da Facebook un contributo di 1 milione di dollari per le sue attività di debunking. Grazie al presente network, è stato sviluppato un nuovo bot di verifica dei contenuti ricevuti dagli utenti, che possono abbinarlo alla chat-app in verde attraverso il sito poy.nu/ifcnbot o aggiungendo alla rubrica telefonica il numero +1 (727) 2912606.
A quel punto, avviando una conversazione col bot in questione, attivato tramite il normale saluto “Hi” (lett. “Ciao”), digitando 1 si otterranno info su particolari parole chiave, ad esempio “mascherine” (masks) mentre, col 2, si otterranno delucidazioni sulle principali dicerie smascherate in tema COVID-19, grazie ad un database di 4.000 bufale attinenti verificate, da inizio anno, grazie alle 80 associazioni di debunking aderenti, in 74 differenti nazioni, all’IFCN.
Inoltre, mediante tale bot, l’utente potrĂ inviare un’informazione da controllare al verificatore del suo paese di riferimento, identificato mediante il prefisso telefonico nazionale, andando poi a controllare sul sito dello stesso quelle che sono le bufale piĂą popolari, in tema coronavirus, diffuse nella sua area.Â