Nei giorni scorsi, un po’ tutte le grandi realtà hi-tech hanno diffuso i rispettivi dati del terzo trimestre del 2019, ed anche Spotify è stata della partita, confermando d’essere il primo servizio di streaming musicale al mondo, con il +31% di abbonati accumulato nell’ultimo anno che le ha permesso di raggiungere un totale di 131 milioni di iscritti paganti, ben al di sopra dei 60 milioni vantati da Apple Music che esiste dal 2015. Aggiungendo, poi coloro che fruiscono dell’offerta gratuita, sale a 248 milioni il novero totale di coloro che ha usato Spotify almeno 1 volta alla settimana nell’ultimo anno. Tutti risultati che hanno spronato la streaming app svedese a varare un’ampia serie di novità.
La prima di queste riguarda la funzione Canvas, annunciata mesi fa come progetto volto a sostituire le copertine dei brani con brevi frammenti dei relativi video, che si riproducevano in loop: la feature, accolta in modo contrastato dagli utenti, e dagli artisti stessi, sino a poco tempo fa era limitata a pochi brani scelti a scopo di test, ma – secondo l’annuncio emesso dal team di Spotify – ora coinvolgerà più artisti e, quindi, sarà più facile per gli utenti imbattersi al suo cospetto.
Un’altra novità è legata al buon risultato ottenuto da Spotify in relazione al suo fatturato, giunto ora a 1.7 miliardi di euro, 170 milioni dei quali giunti dalla raccolta pubblicitaria, in crescita sia rispetto al secondo quadrimestre (+3%) che rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (+20%): siccome, però, tutto è suscettibile di miglioramento, in quel di Stoccolma hanno pensato a nuovi modi per accrescere tali entrate, ed uno di questi potrebbe consistere, in base a un test appena partito negli USA, in avvisi sponsorizzati pagati dagli artisti per raggiungere target mirati.
Nello specifico, gli utenti americani della versione mobile di Spotify, nel mentre ascoltano le playlist preferite, hanno iniziato a visualizzare dei pop-up “Music For You”, a schermo intero (debitamente indicati come pubblicità), con i quali li si invita ad ascoltare un nuovo album, scelto (sia dagli algoritmi che da personale umano) in base ai gusti dell’utente (cioè in base a ciò che già gradisce, o ascolta abitualmente). L’iniziativa riguarda sia gli utenti free che quelli paganti della piattaforma, ma solo questi ultimi possono sia disabilitare i pop-up informativi, che personalizzarli escludendovi il suggerimento di determinati artisti.
Anche i più piccoli non sono stati trascurati da Spotify che, a tal proposito, ha annunciato (con esordio in Irlanda e successiva quanto progressiva estensione globale) uno spin-off applicativo, Spotify Kids, dedicato ai suoi utenti più piccoli, dai tre anni in su, utilizzabile in forma gratuita da coloro che sono già contemplati in un abbonamento familiare. Tale applicazione, rigorosamente senza pubblicità, proporrà contenuti – intesi come audiostorie e musica (con selezione tra audio for young kids o audio for older kids effettuata dai genitori via parental control) – adatti alla giovane età degli utenti, grazie alle scelte di un team umano, che si occuperà anche di preparare delle playlist ad hoc.
Infine, due novità di carattere minore. Secondo AndroidPolice, Spotify sta estendendo, a sempre più utenti di smart display, la possibilità di leggere il testo delle canzoni nel mentre queste ultime vengono riprodotte, con una feature che ricorda quanto già possibile con Play Music di Google: per ora, perché ciò sia possibile, sembra necessario che lo smart display funzioni in modalità isolata, e non come parte di un gruppo, dacché in quel caso l’interfaccia di Spotify tenderebbe a cambiare.
In più, Spotify è sbarcata ufficialmente su altri tre smartwatch della neo-googleiana Fitbit (acquistata per 2.1 miliardi di dollari), rappresentati dagli Ionic, Versa, e Versa Lite. Questi ultimi possono ora beneficiare di un’app dedicata completa, con facoltà di scaricare la musica in locale, di riprodurla e gestirla, e di instradare – via Spotify Connect – i propri contenuti verso TV, smart speaker, e Playstation.