Ultimamente, nel tentativo di tamponare la concorrenza, Instagram sta introducendo diverse novità funzionali, tra cui quella per scoprire con chi si interagisce di meno (per sfoltire il numero dei profili seguiti), o quella – più in salsa anti Tik Tok – che prevede la facoltà di replicare alle Storie via immaginette animate (le GIF fornite da Giphy). Anche le feature in test, presso la photo sharing app del CEO Adam Mosseri, sono numerose e, tra queste, ve ne sarebbe un’altra, appena scovata.
La nuova feature attualmente soggetta a un test privato, e quindi non accessibile al pubblico, come nel caso della funzione per applicare un nickname ai propri contatti o quella per rispondere ai messaggi privati quotandoli, è stata appena individuata dalla esperta di reverse eningeering nota come Jane Manchun Wong che, setacciando le righe di codice della propria app per Android, ha scoperto come quest’ultima potrebbe presto ereditare una funzione già disponibile nella variante iOS di Instagram.
Il riferimento va ad uno strumento che permetterebbe di rimuovere un follower, dalla propria lista di utenti seguiti, senza dover seguire l’attuale lunga trafila prevista allo scopo: ad oggi, infatti, coloro che fossero determinati a liberarsi di un contatto dovrebbero prima cercarlo all’interno del proprio elenco di profili seguiti, con enorme difficoltà nel caso si seguano molte persone e, solo dopo, avendolo trovato, potrebbero rimuoverlo.
Con la nuova opzione, invece, condotta una ricerca mirata e trovato l’utente desiderato, si potrebbe rapidamente accedere, dal suo profilo, alle voci per bloccarlo/sbloccarlo o, meglio ancora, rimuoverlo: il tutto, inoltre, avverrebbe senza che il soggetto coinvolto riceva una notifica dell’avvenuta rimozione, in modo da poter tutelare il rimuovente da eventuali conseguenti ritorsioni.
Contrariamente a quanto appurato in altri casi, nei quali è difficile desumere il rilascio finale o meno di una feature testata, nel caso della fattispecie in oggetto, stante la sua già avvenuta implementazione su iOS, è lecito attendersi che altrettanto, prima o poi, possa avvenire anche su Android.