Instagram è da tempo attiva nel proteggere gli utenti più deboli e, in tal senso, alle iniziative già messe in campo nei mesi scorsi, ha aggiunto una nuova misura, intitolata “Caption Warning” (avviso di didascalia), volto a proteggere gli iscritti alla piattaforma da fenomeni di bullismo o di violenza online.
Ad Ottobre, Instagram aveva attivato la funzione “Restrict”, ovvero “Limita”, che permetteva di ridurre la capacità espressiva di chi avesse lasciato messaggi, commenti o post offensivi: in pratica, bastava dalle impostazioni delle privacy, dal profilo dell’hater, o switchando a sinistra un suo commento, selezionare tale opzione perché il suo contenuto risultasse visibile solo al diretto interessato, mentre colui che aveva attivato la restrizione poteva tippare sul commento per leggerlo, decidere di eliminarlo o renderlo visibile a tutti. Nell’eventualità che fosse mantenuta la restrizione, anche i suoi messaggi privati sarebbero stati dirottati in “richiesta di messaggi”.
Poi, è arrivata la decisione di impedire ai minori di 18 anni di vedere i post in cui si propagandavano rimedi miracolosi per perdere peso, o soluzioni di chirurgia estetica e, infine, è giunta la decisione di richiedere la data di nascita, per verificare che la piattaforma sia accessibile solo a chi abbia almeno 13 anni. Ora, a tali misure si è aggiunto, tramite una conferma fornita dal responsabile di Instagram, Adam Mosseri, l’avviso di didascalia, o caption warning, che appare non appena un utente sta per lasciare un’espressione negativa od offensiva a una foto o video.
In sostanza gli algoritmi di Facebook individueranno il contenuto in questione, offensivo o dannoso che sia, anche nel mentre si sta creando un post proprio, e invieranno una notifica al mittente (un “promemoria di gentilezza“, secondo l’AD Sarah Friar) nella quale – spiegato che la didascalia che si sta postando è simile a diverse altre poi oggetto di segnalazione – gli viene data la facoltà di approfondire la cosa, di ripensare ciò che stava per dire o, se vuole, di postarlo e condividerlo comunque.
Prima di Instagram, anche altre piattaforme, come quella dedicata al vicinato, NextDoor, e quella focalizzata sulle future mamme, Peanut, avevano già optato per strumenti similari in tutela delle rispettive utenze.