E’ in arrivo la “chemioterapia intelligente”, che agisce solo dove serve. La scoperta è davvero sensazionale: si tratta in pratica di nano-droni in grado di trasportare il farmaco proprio nelle cellule tumorali, grazie alla tecnologia chiamata“nab”, un chemioterapico formulato in nanoparticelle e legato all’albumina.
E i risultati sono visibili: infatti, è stato registrato un incremento notevole di sopravvivenza nei pazienti colpiti da tumore del seno del 20%, e del pancreas del 27% in fase avanzata. I dati sono stati resi noti in un convegno tenutosi nei giorni scorsi a Bari sulle “Nanotecnologie e Innovazione: nuove frontiere nel trattamento dei tumori”, organizzato da AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica.
Ecco il parere del professor Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM: “Le nanotecnologie stanno cambiando radicalmente il tipo di lotta alle neoplasie perché aprono nuovi orizzonti nella personalizzazione del trattamento. Per la prima volta, infatti si può parlare di chemioterapia target. Una particella di circa 100 nanometri infatti è in grado entrare nella cellula, che ha un diametro compreso fra i 10mila ai 20mila nanometri, e di interagire con il DNA e con le proteine. La nuova terapia, nab-paclitaxel, consiste nell’impiego dell’albumina, una proteina umana naturalmente presente nell’organismo in dimensioni nanometriche, in cui viene racchiuso un farmaco chemioterapico (paclitaxel) che viene così trasportato direttamente nella sede del tumore.”
Il farmaco in questo modo può essere somministrato in dosi maggiori rispetto alla norma con un’efficacia maggiore e con la quasi totale assenza di effetti collaterali. Con i nab-paclitaxel è aumentata la sopravvivenza nel 27% dei malati di tumore al pancreas, e il 20% delle pazienti affette da tumore al seno in fase di metastasi è riuscito ad uscirne. La dottoressa Stefania Gori, segretario nazionale AIOM, ha ribadito che la chemioterapia è un’arma di primaria importanza nella neoplasia del seno, e grazie ai progressi della scienza circa l’87% delle pazienti guarisce. La nuova tecnica riesce a dare risultati eccellenti anche in fase di malattia avanzata.
I primi tentativi di trovare soluzioni alternative risalgono a circa 20 anni fa, con i liposomi capaci di accogliere al loro interno diversi tipi di molecole. Poi sono arrivate le nanoparticelle di oro e di silicio poroso che includevano il principio attivo. Tutte armi utilizzate per cercare di sconfiggere il cancro, una sfida che si cerca di combattere in ogni modo, anche attraverso l’alimentazione o semplicemente con l’aiuto di qualche vero amico.