Thailandia: colpo di stato. Ex premier detenuta dall’esercito

Colpo di Stato in Thailandia, dove i militari hanno preso il potere e detengono l'ex premier. Pesante condanna da parte degli Stati Uniti

Thailandia: colpo di stato. Ex premier detenuta dall’esercito

Colpo di stato in Thailandia, dove l’ex premier Yingluck Shinawatra è detenuta dai militari dell’esercito insieme ad alcuni componenti della sua famiglia. L’ex premier era stata destituita due settimane fa dalla Corte Costituzionale e ieri è stata portata in una base militare, dove molto probabilmente rimarrà per almeno tre giorni. Inoltre, è stato vietato anche l’espatrio a ben 155 politici thailandesi, che dovranno comparire a Bangkok davanti ai militari.

La notizia di questo colpo di stato sta facendo il giro del mondo in queste ore e sta destando parecchia preoccupazione. In particolare negli Usa il segretario di Stato John Kerry ha pesantemente condannato questo gesto. “Non ci sono giustificazioni per questo colpo di stato militare” ha dichiarato. “Ci saranno implicazioni negative nelle relazioni tra Stati Uniti e Thailandia, specialmente per quanto riguarda i rapporti con i militari thailandesi” ha continuato Kerry, preoccupato per la situazione dell’ex premier e per le conseguenze che questo atto potrà comportare. “Sollecito il ripristino del governo civile immediatamente, il ritorno alla democrazia e il rispetto dei diritti umani e libertà fondamentali, come la libertà di stampa” ha affermato.

L’esercito ha presto il controllo giovedì “per ripristinare l’ordinare e spingere per il raggruppamento di riforme politiche” ha dichiarato Prayuth annunciando il 12esimo golpe del paese. La situazione diventa sempre più incandescente e tesa in Thailandia e si temono ribellioni e rivolte in strada. Le Camice Rosse pro governative thailandesi hanno annunciato tramite Twitter “Ora sì che è un golpe: aspettatevi rappresaglie”.

Nelle prossime ore, quindi, potrebbero arrivare nuovi sviluppi e nuove evoluzioni della situazione in Thailandia, che potrebbe portare a nuovi scontri o a nuove rappresaglie. Gli organi di stato di tutto il mondo auspicano, invece, un ritorno all’ordine e ad una situazione più distesa tra gli organi di governo e la stessa popolazione per evitare scontri.

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