Stato di emergenza Covid: è quasi certa la proroga oltre il 15 ottobre

L’esecutivo sta valutando se prorogare lo stato di emergenza sanitaria che scadrà il 15 ottobre. La decisione verrà presa a ridosso di questa data, valutando l’evoluzione della pandemia e dei contagi legati alla riapertura delle scuole.

Stato di emergenza Covid: è quasi certa la proroga oltre il 15 ottobre

Lo stato di emergenza sanitaria scadrà il prossimo 15 ottobre, ma alla luce di quello che è l’andamento dell’epidemia di Covid-19, la proroga da parte del governo Conte appare un provvedimento pressoché scontato.

Del resto, quando lo scorso 28 luglio l’emergenza fu prolungata per due mesi e mezzo, il numero giornaliero di contagiati era pari a 386; oggi, pur a fronte di uno scenario che rimane sotto controllo, i quasi 2.000 soggetti positivi registrati ogni 24 ore, spronano le autorità a non abbassare la guardia anche in vista di una tanto temuta e non così remota seconda ondata.

Oltre al costante aumento del numero dei soggetti colpiti dal virus, non si può trascurare nemmeno l’evoluzione internazionale. A livello europeo, Spagna, Francia, Regno Unito e Germania stanno conoscendo un’impennata dei casi che non lascia presagire nulla di buono. Da qui è logico ipotizzare che la proroga sarà un atto dovuto al quale non ci si potrà sottrarre.

Se il prolungamento è quasi certo, resta da capire quando verrà annunciato. Sotto questo punto di vista, è logico ipotizzare che il provvedimento arriverà a ridosso del 15 ottobre, una volta che si avrà un quadro molto più definito dell’evoluzione della pandemia, avendo al contempo approfondito qual è stato l’impatto generato dalla riapertura delle scuole. Resta poi da chiarire se si opterà per una mini-proroga di qualche settimana, o se si preferirà estendere lo stato di emergenza fino alla fine di quest’anno.

La decisione avrà ovviamente una serie di ripercussioni a livello di norme sul distanziamento sociale e sulla necessità di continuare ad indossare le mascherine. Non bisogna poi dimenticare che un nuovo decreto dovrà aggiornare la lista dei paesi per il quale vige l’obbligo di tampone per chi entra in Italia.

Infine non bisogna dimenticare quelli che sono gli effetti sul fronte dello smart working. La proroga non metterebbe fine alla procedura semplificata che consente di ricorrere al lavoro agile, che potrebbe così continuare ad essere adottato senza necessità di un preventivo accordo su base individuale. Tutto ciò a meno di modifiche legislative che il ministro Nunzia Catalfo non ha escluso possano essere implementate a breve, rimodulando le regole che hanno dato vita a questa forma di lavoro da remoto.

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