Silvia Romano, giornali e politici contro la sua liberazione: Sgarbi chiede l’arresto, e non mancano i paragoni scomodi

Quotidiani e politici si sono scagliati duramente contro la liberazione di Silvia Romano. In molti sono poco convinti dalla sua conversione e del riscatto, e in merito non mancano paragoni con il nazismo.

Silvia Romano, giornali e politici contro la sua liberazione: Sgarbi chiede l’arresto, e non mancano i paragoni scomodi

La conversione di Silvia Romano all’Islam sta facendo discutere molto in queste ore. La volontaria della Onlus “Africa Milele”, da poco liberata, ha dichiarato, durante una lunga chiacchierata con il pubblico ministro di Roma, Sergio Colaiocco, di essersi convertita in piena autonomia, senza essere costretta da alcuno.

Nonostante questa precisazione, Silvia Romano sta ricevendo numerosi attacchi, soprattutto dai quotidiani politici. L’esempio più lampante resta il quotidiano “Libero”, diretto da Vittorio Feltri, la cui prima pagina recita un “Abbiamo liberato un’islamica“, seguito su Twitter da vari attacchi, in cui il direttore rivela di essere seccato che il governo abbia deciso di spendere soldi pubblici per consentire la sua scarcerazione.

Non ci va più leggero “Il Giornale”, diretto da Alessandro Sallusti, poiché in prima pagina ha lanciato un attacco più duro da quello fatto da Vittorio Feltri, “Islamica e felice, Silvia ingrata“. Ma oltre al titolo fa un paragone assai azzardato: “Quel velo suona come insulto alle libertà delle donne e dell’Occidente. Come se un internato nei campi di concentramento tornasse indossando con orgoglio la divisa dell’esercito nazista”.

Il mondo della politica contro la liberazione di Silvia Romano

Questa notizia ovviamente viene commentata anche dai vari politici, e sembrano che siano più gli scontenti che i felici, dopo questa vicenda. In molti infatti sono convinti che finanziare cellule terroristiche, attraverso i riscatti, potrebbero portare nel prossimo futuro a serie conseguenze.

Vittorio Sgarbi per esempio, sindaco del piccolo comune di Sutri, su Facebook ha chiesto addirittura una pena severa per lei: “Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”. Sul quotidiano Libero, il critico d’arte invece definisce la sua liberazione come una operazione mercantile in cui lo Stato ha accettato un ricatto favorendo così il terrorismo.

Simone Angelosante, consigliere regionale della Lega in Abruzzo, facendo un paragone simile a quello di Alessandro Sallusti, ha chiesto ai suoi seguaci se fosse a conoscenza di qualche ebreo che, liberato da un campo di concentramento, si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle Schutzstaffel.

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