Sea Watch, l’Europa adesso ci minaccia pure: fateli sbarcare o vi sanzioniamo

L'Europa entra a gamba tesa sulla vicenda Sea Watch e chiede all'Italia di "fare presto". Gli immigrati vanno fatti sbarcare: dopo penseremo a ricollocarli. Ma sembra essere solo l'ennesima presa in giro.

Sea Watch, l’Europa adesso ci minaccia pure: fateli sbarcare o vi sanzioniamo

Non bastava il danno. Adesso ci voleva anche la beffa. L‘Unione Europea ha infatti ordinato all’Italia di far sbarcare i migranti della Sea Watch dietro la minaccia di una sanzione. Dando di fatto l’assist alla Ong che, violando le leggi italiane, ha fatto irruzione a Lampedusa in quella che da più parti è stata definita una vera e propria dichiarazione di “guerra” della nave al Viminale.

La Commissione Europea ha dichiarato di essere in contatto con diversi Stati membri per trovare una soluzione per il trasferimento dei migranti a bordo della Sea Watch 3, e ha anche precisato che una soluzione sarà possibile solo dopo lo sbarco. Ma Salvini ha alzato ormai un muro e non vuol nemmeno sentir parlare di sbarco e, anzi, chiede che il comandante della nave sia arrestato e processato.

Il ministro degli Interni non ha tutti i torti quando afferma che l’Unione Europea si interessa dell’Italia solo quando c’è da minacciare procedure d’inflazioni, quando c’è da abbassare il debito pubblico, quando c’è da pagare 6 miliardi l’anno per restare nel club europeo, per poi disinteressarsene quando c’è da dare una mano sul fronte dell’immigrazione, lasciando la patata bollente solo al nostro Paese.

Lo scontro tra Roma e Bruxelles è quindi appena iniziato. E ad alimentarlo ulteriormente ci ha pensato la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, secondo cui la legge prevede che ogni immigrato che entri in Europa venga registrato, così da evitare clandestini, e che la conseguenza sarebbe una procedura di infrazione (che, di questi tempi, sembra essere una prassi per l’Italia).

Da queste dichiarazioni della Bertaud, si comprende come l’Europa voglia imporci a tutti i costi gli immigrati, che altre nazioni europee hanno fatto chiaramente capire di non volere, facendoceli prima identificare, per poi lasciarli in Italia come prevede il trattato di Dublino. Un trattato che, fino a quando non sarà rivisto, continuerà a trasformare il nostro Paese in enorme centro di accoglienza.

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