Salvini in campagna elettorale nel Mezzogiorno: ma solo il 4% dei ddl della Lega è per il Sud

La campagna elettorale di Salvini e della Lega, che sta coinvolgendo diverse città meridionali, fa emergere tutte le contraddizioni di questa scelta politica: un'apertura o una semplice caccia di voti?

Salvini in campagna elettorale nel Mezzogiorno: ma solo il 4% dei ddl della Lega è per il Sud

Sono numerose le contestazioni a Matteo Salvini, durante la sua campagna elettorale in queste settimane: Ancona, Livorno, Lecce e Foggia sono i casi più eclatanti in cui il leader della Lega Nord non ha subito di certo un trattamento di riguardo. Oltre, naturalmente, all’avversione per le idee della Lega da parte dei manifestanti, le contestazioni al Sud sono legate soprattutto alla sua apertura verso il Mezzogiorno viene vista come una mossa elettorale spudorata: “Se abbiamo avuto toni eccessivi in questi anni sul Sud e i meridionali, chiedo scusa.

Eppure, come dimostra la sua ‘campagna pugliese’, il messaggio non è stato ben recepito: lanci di uova e pomodori a Foggia (con la polizia che carica i manifestanti), tensione a Lecce, e contestazioni anche a Bari, dove però vi è stato un gran dispiegamento di forze dell’ordine, che ha sedato sul nascere eventuali disordini. Eppure, Salvini parla di accoglienza stupenda” da parte dei pugliesi.

Eppure, come spiega un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, solo un decreto legge sui 25 presentati dalla Lega in questa legislatura è rivolto al Sud, mentre i restanti vanno decisamente a vantaggio del Nord Italia; dove, ovviamente, è presente lo zoccolo duro dei suoi elettori. Ma siamo sicuri che quella di Salvini non sia una ‘campagna acchiappa-voti’ e null’altro?

All’Emilia-Romagna, ad esempio, il firmatario leghista Gianluca Pini sembra tenere molto, con ben 10 disegni di legge, uno dei quali vorrebbe istituire addirittura una regione a parte, la Romagna, costituita dalle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, e che abbia anche una sua università, ben distinguibile da quella prestigiosa di Bologna; attenzione particolare, come sempre, anche alla tutela del dialetto romagnolo. E discorsi simili valgono anche per Stefano Allasia, molto vicino alle presunte istanze del Piemonte, o Paolo Grimoldi, attento alle esigenze della Brianza, e così via, con un gran numero di deputati prodighi ai bisogni delle regioni del Nord. Niente di sbagliato, beninteso: i deputati in questione sono stati eletti nelle circoscrizioni del Nord, e ne curano gli interessi. Ma siamo sicuri che farebbero gli interessi anche delle regioni dove ora stanno facendo campagna elettorale?

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