Intervenuto all’assemblea di Coesione Sociale, arriva un pesante attacco al premier da parte del costituzionalista Stefano Rodotà, ex candidato a Presidente della Repubblica sostenuto dal Movimento 5 Stelle: “C’è un garantismo peloso e ipocrita che è nato nella deprecata Prima Repubblica, e cioè non si interviene prima che ci sia una sentenza passata in giudicato il che ha voluto dire, negli anni, mai. Renzi ha assunto lo stesso modello. Renzi non deve guardare agli avvisi di garanzia, ma all’articolo 54 della Costituzione dove è scritto che coloro ai quali sono affidate funzioni pubbliche devono adempierle con disciplina e onore. Questo è il tema che abbiamo di fronte, il tema della ricostruzione dell’etica civile, dell’etica pubblica, compito al quale questo governo si sta sottraendo in modo più sfrontato del passato e lo sostiene con una sicumera che mi inquieta”.
Lo stesso Rodotà, poi, spiega meglio cosa intende per garantismo: “Il presidente del Consiglio si è limitato a dire ‘la magistratura faccia il suo mestiere. Io, però, sono un garantista e non intervengo’. C’è un garantismo peloso e ipocrita nato nella prima Repubblica, che diceva la stessa cosa: ‘Non possiamo intervenire in alcun modo su politici e amministratori, prima che ci sia la sentenza definitiva’, che spesso però arriva quando la prescrizione è già avvenuta“.
Il riferimento è alle dichiarazioni di Renzi in merito agli avvisi di garanzia per Mafia Capitale, in cui il premier aveva affermato: “Dobbiamo riconoscere i colpevoli veri, non si può sparare nel mucchio e fare di tutta l’erba un fascio. Anche Tangentopoli, che pure ha fatto grande operazione di pulizia in Italia, mi sembra aver dato l’impressione certe volte di puntare a una grande opera di moralizzazione pubblica più che all’arresto dei colpevoli. Io credo che un cittadino è innocente fino a prova contraria. Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia. Noi siamo dalla parte della giustizia, non del giustizialismo“.