Il Governo è stato battuto sul parere di costituzionalità della Riforma della Scuola e, in maniera quasi beffarda, va sotto proprio col voto di Mario Mauro, fuoriuscito solo pochi giorni fa dalla maggioranza. Se si tratta di un piccolo gruppo in Parlamento, i senatori e i deputati dell’Area Popolare che hanno preso questa decisione possono far pesare – come in questo caso – il loro voto nelle commissioni, ed è proprio quello che è successo oggi.
“Da un punto di vista costituzionale la riforma della buona scuola è scritta male, pertanto fermiamoci e riscriviamola meglio“, ha affermato Mauro. Peraltro, in aula non erano presenti i senatori del Nuovo Centrodestra al momento del voto, mentre c’erano tutti i senatori del Pd. Esultano le opposizioni, in prima fila i 5 Stelle: “Dove il Pd non ha una maggioranza bulgara, fatica a portare a casa provvedimenti spinosi e non discussi con nessuno“, ha postato Fabiana Dadone.
Si tratta solo di una battuta d’arresto per la maggioranza, dato che l’esame del disegno di legge prosegue in commissione Istruzione, e l’illustrazione degli emendamenti proseguirà già da domattina. Secondo l’agenzia politica Public Policy, il voto contrario ha riguardato il testo del provvedimento e solo una parte degli emendamenti. C’è la possibilità, pertanto, che il parere costituzionale possa essere superato già con gli stessi emendamenti.
La chiave di volta del provvedimento, comunque, starà nel rapporto con la minoranza Pd, a cui Renzi ha lasciato qualche spiraglio di trattativa per la ridiscussione di alcuni punti della riforma. In ogni caso, questo sembra essere un piccolo incidente di percorso, ma niente che possa seriamente pregiudicare il passaggio della Riforma della Buona Scuola. Non è dello stesso parere Renato Brunetta: “Il governo è andato sotto sulla pregiudiziale sul ddl Scuola. Per il governo è l’inizio della fine. Avevamo detto a Renzi che sarebbe stato un Vietnam e lui ha ironizzato. Adesso il Vietnam lo sta vivendo. Benvenuto ed auguri”.