Renzi: “Marino governi, se è in grado. Altrimenti, a casa”

Renzi ha pubblicamente scaricato Marino durante un'intervista a Porta a Porta, affermando: "Marino è una persona per bene, ma se non sa governare, va a casa"

Renzi: “Marino governi, se è in grado. Altrimenti, a casa”

Dure, durissime le parole del premier Matteo Renzi nei confronti del suo compagno di partito (e primo cittadino di Roma) Ignazio Marino, travolto dalla nuova ondata di Mafia Capitale, che sta sconquassando il Pd romano. “A Roma chi è in grado di governare governi, se no vada a casa. Chi è onesto deve anche essere capace, le parole di Renzi, durante un’intervista a Porta a Porta.

Il premier, poi, conferma le indiscrezioni degli ultimi giorni, che raccontavano del fatto che Renzi avesse scaricato Marino: “Mi chiedono se l’amministrazione Marino va avanti, ma a me importa che una città funzioni. Basta con la questione giudiziaria: tocca ai giudici. Non ci sarà il commissariamento da parte del Consiglio dei ministri per mafia. Deciderà il Pd romano con la coalizione, tra l’altro il presidente Orfini sta facendo un lavoro bellissimo. Marino è una persona per bene. Questa vicenda non riguarda solo questa amministrazione, ma fa oggettivamente schifo.

Il presidente del Consiglio, poi, ha commentato la richiesta di patteggiamento da parte di Salvatore Buzzi, uno dei principali protagonisti di Mafia Capitale: “Non so che cosa ha fatto, non spetta a me dirlo ma se lei ha rubato e ha rubato dieci non è che restituisce 1 e chi si è visto si è visto. Abbiamo alzato le pene sulla prescrizione e il senso è: chi ruba va in galera”. Oltre alle parole di Renzi, per Marino c’è da risolvere la questione giudiziaria vera e propria, dopo che è stato convocato dai tre commissari prefettizi prima della seconda retata di Mafia Capitale, in cui gli si chiedeva delle incertezze e timidezze nella gestione del Comune, nonostante nella relazione emerga come il sindaco risulti intenzionato a fare chiarezza sui fatti. In particolare, gli viene chiesto di Gaetano Altamura (ex direttore del Dipartimento Ambiente) e di Giovanni Fiscon (ex dg di Ama), sui quali Marino avrebbe risposto: Volevo mandarli via, ma quel giorno ho ricevuto molte telefonate”.

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