Mafia Capitale, atto secondo: 44 nuovi arrestati, anche consiglieri

Nuova ondata d'arresti per Mafia Capitale: in manette 44 persone, tra cui Luca Gramazio (Forza Italia), e altri consiglieri comunali del Pd. Salvino: "Marino si deve dimettere"

Mafia Capitale, atto secondo: 44 nuovi arrestati, anche consiglieri

Nuovo terremoto politico e giudiziario a Roma, con la seconda tranche di indagini su Mafia Capitale, che ha portato agli arresti di 19 persone in carcare e di 25 ai domiciliari (in tutto, 44 arresti) tra consiglieri comunali, consiglieri regionali e funzionari pubblici. Oltre a questi, ci sono anche 21 indagati; tutti sono accusati di associazione mafiosa e corruzione aggravata. Il blitz è scattato all’alba, ed è stato eseguito dai carabinieri del Ros: si tratta del secondo atto di Roma Mafia Capitale, ovvero una faccenda che ha visto coinvolti diversi politici, tutti a libro paga dell’associazione mafiosa con a capo Massimo Carminati, che si occupava principalmente di usura e appalti pubblici, soprattutto nel settore dell’accoglienza dei rifugiati e della raccolta dei rifiuti.

Fra gli arrestati eccellenti risulta anche Luca Gramazio, ex capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio, oltre ad alcuni consiglieri comunali del Partito Democratico. Tra i 44 arrestati ci sono anche Mirko Coratti, ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa del Campidoglio, Giordano Tredicine e Massimo Caprari, consiglieri comunali, oltre ad Andrea Tassone, ex presidente del X Municipio (Ostia).

Tra le motivazioni dell’arresto, gli inquirenti hanno indicato l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”, oltre ad un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori.

Riguardo al nuovo capitolo di Mafia Capitale, il commento del sindaco Ignazio Marino è dai toni entusiastici: “E’ un cambiamento epocale. Sono soddisfatto della legalità contabile che abbiamo portato nella nostra città. Continuiamo così, che in questi due anni stiamo veramente cambiando tutto”. Per Matteo Salvini, invece, è proprio Marino il primo responsabile: Che cos’altro deve accadere perché Marino se ne vada e si torni alle urne? Deve dimettersi subito, tornando al voto al più presto, ma il governo dovrebbe rispondere. C’è un’interrogazione parlamentare della Lega del dicembre scorso sul centro immigrati di Mineo, e adesso emergono porcherie proprio su quel centro. Marino a casa e il governo risponda in Aula.

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