Matteo Renzi non ci sta, e durante il discorso prima del Consiglio dei Ministri di oggi si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Quando questa norma è stata votata io tappavo le buche della città di Firenze. E’ il colmo che chi l’ha votata ora venga a dirci di restituire tutto”. Le polemiche per come è stato gestito il buco-pensioni, infatti, proprio non vanno giù a Renzi, che afferma: “Quello che diamo ai nostri concittadini pensionati, lo togliamo a qualcun altro. Se dovessimo azzerare del tutto la norma bocciata dalla Consulta dovremmo restituire 18 miliardi di euro che andremmo a togliere a qualcos’altro: asili, infrastrutture”, spiegando così il motivo della mancanza di un rimborso totale, come annunciato all’Arena di Giletti ieri.
Renzi, poi, spiega nei dettagli come funzionerà la restituzione, che egli stesso ha definito bonus Poletti, attraverso diversi esempi: “Se prendi 1.700 euro di pensione lorda il primo agosto avrai il bonus di 750 euro. Se ne prendi 2.200 avrai il bonus di 440 euro. Questa è una restituzione una tantum”, per quel che riguarda il 2015. Per il 2016, invece, “chi guadagna 700 euro al mese avrà 180 euro all’anno (15 al mese) di rivalutazione rispetto all’inflazione, chi prende 2.200 euro, avrà 99 euro in più all’anno. E per chi prende 2.700 euro di pensione la rivalutazione sarà di 60 euro all’anno, 5 al mese”.
Per quel che riguarda gli esclusi, interviene il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che specifica di non poter risarcire tutti i 6 milioni di danneggiati poiché, così facendo, il deficit del 2015 “sarebbe salito al 3,6% del Pil”, che avrebbe comportato diversi problemi per quel che riguarda i patti con l’UE. Non mancano, poi, gli annunci di ulteriori interventi in futuro: “le normative del passato sono intervenute in maniera troppo rigida sulle pensioni”, ha affermato Renzi, che ha poi annunciato di “voler dare un po’ più di spazio” a chi, dopo una vita di lavoro, vuole andare in pensione prima, rinunciando a parte dell’assegno.