Movimento Cinque Stelle: i dubbi sulla leadership di Luigi Di Maio

Il risultato delle elezioni regionali in Umbria ha contribuito ad aumentare i dubbi sulla leadership di Luigi Di Maio all'interno del Movimento Cinque Stelle.

Movimento Cinque Stelle: i dubbi sulla leadership di Luigi Di Maio

Continuano le perplessità riguardo alla leadership di Luigi Di Maio all’interno del Movimento Cinque Stelle, soprattutto dopo il risultato delle elezioni regionali verificatosi in una regione rossa come l’Umbria. Il M5S comincia a porsi delle domande e ci sono delle accuse nei confronti di Luigi Di Maio, tra le quali la più recente è di non aver concordato lo stop alle alleanze locali con il Partito Democratico, prima di questo risultato schiacciante. 

In questi giorni c’è stato l’incontro con alcuni parlamentari, così come con i consiglieri di due regioni, come Emilia Romagna e Calabria, che saranno prossime al voto. Dunque si è concordato di non proseguire le alleanze con il Partito Democratico, come confermano le dichiarazioni della deputata Maria Edera Spadoni. Quest’ultima ha espresso tali parole in merito alla questione: “Siamo tutti concordi nel presentarci da soli, le uniche alleanze che valuteremo saranno quelle con le liste civiche“.  

Le idee differenti all’interno del M5S

Allo stesso tempo, sono evidenti i malesseri, come dimostrano le parole del senatore Giarrusso, che ha mosso delle pesanti critiche nei confronti del leader del M5S: “Visto il tracollo, Di Maio dovrebbe lasciare tutti i suoi incarichi“.

Di Maio guarda soprattutto ai parlamentari cosiddetti ortodossi che sono legati intorno alla persona di Beppe Grillo, tra i quali spicca il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra. Non si possono dimenticare anche le figure vicine al presidente della Camera, Roberto Fico.

Sono queste le persone definite come critici ragionevoli, che valutano la possibile alleanza con il PD in Emilia Romagna. Luigi Di Maio, però, ha deciso di non proseguire l’alleanza con il PD e si è detto disponibile a fare alleanze solamente con i movimenti che lavorano sui territori, chiudendo ad altre forze politiche. Ciò anche se in Parlamento si pensa alla possibilità di fare un patto di desistenza con il PD per avere un candidato del PD in Emilia Romagna, come Bonaccini, e una candidata del Movimento Cinque Stelle in Calabria.

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