La Svizzera ci rimanda indietro i migranti spogliati, legati e incappucciati

La denuncia arriva da una coppia di migranti "dublinanti": "Ci hanno trattati come bestie, volevano toglierci pure la nostra bambina". Adesso sono in un centro di accoglienza di Napoli

La Svizzera ci rimanda indietro i migranti spogliati, legati e incappucciati

Dopo la Germania adesso la Svizzera. I metodi da Gestapo che la polizia tedesca ha usato contro i migranti “dublinanti” rimandati in Italia, sono stati usati anche dalla polizia svizzera. Almeno questo è quanto ha raccontato una coppia di migranti – lui del Camerun, lei della Costa D’Avorio – che sono stati cacciati dalla Svizzera e rimandati in Italia a suon di botte e umiliazioni fisiche e psichiche.

La donna ha raccontato a La Repubblica che una mattina si è ritrovata la polizia elvetica in casa. Senza fare troppi complimenti, i poliziotti l’hanno aggredita, picchiata, ammanettata, incatenata, spogliata e rasata, disinteressandosi di sua figlia che piangeva. Poi l’hanno rinchiusa in una stanza dicendole frasi da far accapponare la pelle: “Quando rimpatriamo quelli come te alcuni prendono medicine e si suicidano'”.

I poliziotti avrebbero poi preso tutti i documenti, il permesso di soggiorno e il certificato di nascita della bimba con l’obiettivo di privare la donna della patria podestà. I poliziotti avrebbero picchiato pure il marito, nel frattempo rincasato, li avrebbero incappucciati e fatti salire a forza su due minivan. “Dovete andare via adesso e basta, hanno urlato”. Poi giù altre botte.

“Mi hanno messo un casco nero sul cappuccio, un nastro sulla bocca e ci hanno fatto salire sull’aereo – dice la donna – era un aereo piccolo solo per noi e per la polizia. Ci hanno legato ai sedili. Dal finestrino vedevo una poliziotta con Leora in braccio che piangeva disperata. ‘Datemela’, li ho scongiurati ma il capo delle guardie mi ha risposto: ‘No, la bambina è nata in Svizzera e deve restare qui'”.

Solo quando il pilota si è rifiutato di partire, allora la polizia ha fatto salire in aereo anche la bambina. Lei piangeva dalla fame, ma i genitori avevano mani e piedi legati e hanno potuto fare ben poco per calmarla. La coppia, rimandata in Italia, adesso è stata accolta in un centro di accoglienza di Napoli e sono in attesta che la loro richiesta di asilo politico venga esaminata. Con sistemi umani, non bestiali.

Continua a leggere su Fidelity News