La sinistra si divide sui migranti. Alcuni esponenti del PD si dissociano da Carola Rackete

Democratici divisi tra linea Minniti e porti aperti. De Luca sfotte Orfini. Pinotti: "Solidarietà alla GdF". I renziani in silenzio. Zingaretti: "Salvini sta vincendo su tutta la linea".

La sinistra si divide sui migranti. Alcuni esponenti del PD si dissociano da Carola Rackete

La sinistra si spacca pure sul tema dei migranti. Non tutti gli esponenti del Partito Democratico, infatti, hanno gradito la pantomima dei loro “colleghi” che sono saliti a bordo della nave Sea Watch per solidarizzare con la comandante Carola Rackete, e non tutti hanno eletto a eroina il comportamento quantomeno discutibile di una che ha messo a rischio anche la vita dei finanzieri.

Il primo a sottolineare la spaccatura dentro il Partito Democratico è proprio Nicola Zingaretti, secondo cui “Salvini sta vincendo su tutta la linea e che l’unico modo per sconfiggerlo è una sinistra compatta”. Un modo per ammonire quanti, a forza di dare addosso al ministro dell’Interno, non stanno facendo altro che alimentare il suo consenso, giunto ormai al 37% tra gli elettori.

Altra esponente dem che ha condannato Carola Rackete è l’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti che, pur criticando l’azione del ministro leghista, non solidarizza affatto con l’attivista della Ong tedesca quanto, piuttosto, con la guardia di finanza e l’equipaggio della motovedetta speronata dalla nave Sea Watch durante una manovra forzata che poteva avere conseguenze pesantissime.

E che dire di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno che fu il primo a cercare di arginare i flussi migratori che negli anni dei governi di centrosinistra sembravano non cessare mai, facendo firmare alle Ong un codice di condotta e minacciando la chiusura dei porti in caso di mancata sottoscrizione? Anche lui ha ammesso che le Ong non sono il problema, ma sono comunque parte del problema migratorio.

Nella querelle è intervenuto anche il papà del PD, Romano Prodi, noto per la sua linea morbida sull’immigrazione, il quale – intervistato da Lucia Annunziata sull’opportunità o meno di salire sulla Sea Watch come hanno fatto Del Rio o Fratoianni – ha scelto una soluzione di compromesso, sostenendo che “la legge va rispettata, ma a fianco di questa ci deve essere umanità e comprensione”.

Meglio ancora ha fatto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha dichiarato con un linguaggio che lo contraddistingue da sempre: “Chi viola le leggi e pretende di entrare contro legge nei nostri confini, deve essere arrestato, non c’è niente da fare. Il fatto che i parlamentari del PD non abbiano colto questo aspetto del problema è un altro atto di ottusità politica”.

Significativo anche il commento del dem Burioni: “Tutti i tweet contro Salvini e a favore della capitana hanno politicamente la stessa efficacia che ha urlare davanti alla Tv arbitro cornuto durante una partita di calcio”. Un modo per dire che è inutile sbraitare contro Salvini. Tanto lui tira avanti per la sua strada, forte di un consenso popolare che sta assumendo forme plebiscitarie.

Si registra, infine, il silenzio sulla questione Sea Watch da parte di Matteo Renzi. Da parte dell’ex premier non ci sono tweet e commenti. Così come da parte di Maria Elena Boschi, che si è interessata più alla nazionale femminile di calcio che della Sea Watch. Evidentemente, hanno capito che era meglio tacere che parlare e portare all’altra acqua al mulino di Salvini. 

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