La legge #tagliapoltrone è stata approvata al Senato

È stata approvata al Senato la legge nota con il nome di "Legge #tagliapoltrone". Esulta il Movimento 5 Stelle, dure le critiche dell'opposizione, in particolare quelle del PD.

La legge #tagliapoltrone è stata approvata al Senato

Oggi è stata approvata al Senato la legge #TagliaPoltrone, il primo passo verso la riduzione del numero dei parlamentari. Uno dei pilastri, oltre che al reddito di cittadinanza e alla riduzione degli stipendi dei parlamentari, del Movimento 5 Stelle.

Con il provvedimento #tagliapoltrone saranno 345 i Parlamentari in meno: per la precisione, 230 alla Camera, che quindi da 630 diventeranno 400, e 115 al Senato che da 315 diventeranno 200. Stando ai conti, il risparmio complessivo sarà di circa mezzo miliardo a legislatura, che vuol dire quasi 300 mila euro al giorno. Una riforma che i pentastellati aspettavano da anni, e che – va detto – molti ritenevano impossibile.

Con a questa legge, non vengono tagliati soltanto i costi della politica, ma si creerà una specie di  effetto domino che porterà allo snellimento dei procedimenti rendendo, in questo modo, le istituzioni più efficienti.

Dure le opposizioni nei confronti del provvedimento, in modo particolare il PD che definisce questo gesto come l’inizio della fine della democrazia rappresentativa. Il capogruppo al Sentato – onorevole Marcucci – già nei giorni scorsi aveva dichiarato: “non è il taglio delle poltrone, ma rischia di essere il taglio della democrazia“.

Il Movimento 5 Stelle esulta, il PD critica, ma va ricordato che l’iter è ancora lungo: infatti, si parla di una “Legge Costituzionale“. Dopo il via libera da entrambi i rami del Parlamento, ci sarà una “pausa tecnica” di almeno tre mesi, dopo di che la legge deve essere nuovamente riapprovata da Camera e Senato: se l’approvazione arriva con la maggioranza dei 2/3, sia della  Camera dei Deputati che del Senato della Repubblica, allora la legge potrà essere promulgata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Invece, se l’approvazione avviene a maggioranza assoluta, allora, in questo caso, potrà essere chiesto un referendum popolare entro massimo tre mesi.

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