Si tratta della prima mossa da governatore di Vincenzo De Luca: denunciare Rosy Bindi. E in effetti, è la prima promessa mantenuta: l’aveva detto, e l’ha fatto. Il neo-governatore della Campania ha denunciato la presidentessa della Commissione antimafia. I reati ipotizzati? Diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio, per essere stato inserito dalla Bindi nella famosa lista degli ‘impresentabili’, ovvero tra i politici che, secondo la legge Severino, se eletti non avrebbero potuto esercitare il proprio mandato perché condannati: tra questi, De Luca.
Netta la risposta della Bindi, che afferma: “Quella di De Luca è una denuncia priva di ogni fondamento, un atto puramente strumentale, che ha scopi diversi da quelli che persegue la giustizia e che pertanto non mi crea alcuna preoccupazione“. De Luca, peraltro, sembra voglia intraprendere altre vie per non rimanere incastrato nei meandri della legge, ovvero quello di cambiarla in Parlamento.
Seguendo l’esempio di De Luca, comunque, altri due ‘impresentabili’ hanno sporto denuncia contro la Bindi: si tratta di Luciano Passariello (appena rieletto in consiglio regionale con Fratelli d’Italia) e Sandra Lonardo Mastella (Forza Italia, non eletta), che hanno annunciato di aver intenzione di querelare il presidente della Commissione antimafia.
Il nocciolo della questione è che la Bindi aveva fatto uscire la lista venerdì, quando i candidati erano entrati in silenzio elettorale, non avendo così la possibilità (legittima, per carità) di diritto di replica, per di più sotto elezioni; anche se, in realtà, non sembra essere andata poi così male la tornata elettorale per i politici in lista. La lista ha creato una spaccatura all’interno del Pd, con Renzi e De Luca da una parte e la Bindi dall’altra, con quest’ultima accusata di aver utilizzato la Commissione antimafia per regolare vicende interne al partito. Siamo sicuri che siamo solo all’inizio di una lunga guerra interna al Pd.