Ed ecco l’elenco ufficiale: sono 17 gli ‘impresentabili’, ovvero i politici che, secondo la Legge Severino, non hanno i requisiti adatti per governare, avendo subito condanne giudiziarie. Il nome eccellente è senza dubbio quello di Vincenzo De Luca, il candidato a presidente della Regione Campania che è candidato col Partito Democratico, e che è stato condannato per il reato di concussione continuata commesso a partire dal maggio 1998. Rosy Bindi, che ha guidato la Commissione, è stata denunciata da De Luca per diffamazione, che ha inoltre sfidato la Bindi ad un dibattito pubblico per sbugiardarla. Anche la Grimaldi, un’altra delle ‘impresentabili’, annuncia di voler denunciare la commissione.
Oltre ai quattro candidati della Puglia già trapelati nei giorni scorsi, sono 13 i candidati della Campania: Antonio Ambrosio (Forza Italia), Alessandrina Lonardo (ex moglie di Clemente Mastella, Forza Italia), Luciano Passariello (Fratelli d’Italia), Sergio Nappi (Caldoro presidente), Vincenzo De Luca (Pd), Fernando Errico (Ncd-Campania Popolare), Francesco Plaitano, Antonio Scalzone, Raffaele Viscardi (Popolari per l’Italia), Domenico Elefante (Centro Democratico-Scelta Civica), Carmela Grimaldi (Campania in rete), Alberico Gambino (Meloni-Fratelli d’Italia-An).
“Non ho preso nessuna iniziativa da sola“, dice la Bindi, che precisa: “Non ho mai usato e non userò nemmeno adesso la parola ‘impresentabili’. Saremo inadempienti se non facessimo questo lavoro”. La Bindi precisa anche che “con il peculato l’elenco sarebbe stato di certo più numeroso“.
Reazioni molto dure arrivano anche dal Pd, con Orfini che accusa: “quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile. L’iniziativa della presidente della commissione Antimafia è incredibile istituzionalmente, giuridicamente, ma anche culturalmente, perché ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla“. Per Bersani, invece, “questa vicenda, nell’insieme, è sconcertante. Adesso qualcuno dà la colpa all’antimafia, è questo è il paradosso più grande. L’antimafia sta applicando un codice che abbiamo approvato tutti in Parlamento”.
Matteo Renzi ha voluto ancora una volta sottolineare che c’è chi ‘vuole male’ al Pd, e quindi all’Italia: “C’è chi tutte le mattine spera che le cose vadano male. Sono i Beppe Grillo, i Matteo Salvini: quelli per cui più va male, meglio è. Capisco la Lega e Cinque Stelle. Fanno una scommessa sulla paura e sulla rabbia. Perché paura e rabbia sono monete preziose nel mercato elettorale. Ma noi non li inseguiremo mai in quel terreno”.