Il Decreto Sicurezza bis ha la fiducia del Senato con 160 sì: è legge

Proteste in aula. Pietro Grasso: "il decreto traduce in norme i tweet di Salvini. Facebook una fonte del diritto", ma non funziona così uno Stato civile, di diritto. Il PD protesta con una maglietta: "Non sprechiamo l'umanità".

Il Decreto Sicurezza bis ha la fiducia del Senato con 160 sì: è legge

Il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul dl sicurezza bis con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti“: è questo il risultato ottenuto ieri sera del tanto discusso Decreto Sicurezza bis, come scrive repubblica.it. Il provvedimento ha avuto il via libera del Parlamento e sarà legge con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Fratelli d’Italia si è astenuto come aveva detto, mentre Forza Italia ha preferito rimanere in Aula pur non partecipando al voto. Cinque senatori del M5s e due leghisti, erano assenti, mentre un consistente numero di “sì” è arrivato dal gruppo misto.

Le reazioni già in Aula

All’annuncio che il governo avrebbe posto la fiducia, da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ci sono stati applausi e grida di vergogna in un botta e risposta. I parlamentari del PD hanno indossato una maglietta bianca con l’invito a non sprecare l’umanità e l’immagine di un uomo gettato nella spazzatura.

Secondo il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti: “Il decreto Salvini è passato, l’Italia è più insicura”. Ha poi puntato il dito sui “cinque stelle” dicendo che grazie a questi “schiavi” la situazione nelle città e nei quartieri rimarrà quella di sempre, probabilmente peggiorerà.

Il crimine ringrazia”, mentre le persone rimangono sole e le loro paure aumentano e, su tutto questo, “Salvini ci campa“. È la nota rilasciata da Zingaretti, mettendo in evidenza che il Decreto Sicurezza non parla di lotta alla mafia.

L’ex presidente del Senato Pietro Grasso è intervenuto dicendo che, passo dopo passo, il tempio della democrazia si sta trasformando in un’aula sorda e grigia e, precisamente, “in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia“, ricordando passaggi storici difficili, il periodo di Mussolini, del fascismo e del Ventennio.

Poi fa notare che chi attraversa il Mediterraneo su barche di fortuna non sta facendo una vacanza e aggiunge che “Il fine non giustifica i mezzi”. Solo nel breve periodo si godrà di questi benefici, ottenendo anche un pieno di voti. 

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