I migranti della Diciotti adesso chiedono un risarcimento al governo italiano

Quarantuno dei centodiciassette profughi arrivati ad agosto a bordo della nave Diciotti fanno causa a Salvini per "privazione della libertà personale"

I migranti della Diciotti adesso chiedono un risarcimento al governo italiano

Uno studio legale di Roma ha presentato al Tribunale Civile della capitale un ricorso per chiedere un risarcimento per 41 migranti che si trovavano sulla nave Diciotti, bloccata ad agosto nel porto di Catania dal Viminale, e oggetto di un lungo braccio di ferro tra l’Italia e l’Europa. La richiesta è di un indennizzo che varia tra i 42mila e i 71mila euro.

La querela arriva pochi giorni dopo la decisione della Giunta per l’Immunità del Senato di non concedere l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. La richiesta era partita dal Tribunale dei Ministri quando i giudici catanesi avevano configurato l’accusa di “sequestro di persona”.

La causa

A fare causa sono 41 dei 117 immigrati che si trovavano a bordo della Diciotti e che, attraverso un avvocato, chiedono che il governo italiano li risarcisca per privazione della libertà personale”.

Su alcuni di loro ci sono dubbi in merito alla loro età, in quanto hanno dichiarato di essere nati il primo gennaio 2002; secondo alcuni, queste date sono state inventate dai profughi per aggirare le leggi sull’accoglienza.

Alcuni di quei 41 profughi, dopo essere sbarcati in Italia, si erano rifugiati nella tendopoli abusiva della Baobab Experience, un’associazione legata al mondo della Sinistra radicale; questi li avrebbero portati al confine con la Francia a bordo di autobus in modo da aiutarli ad attraversare illegalmente le frontiere. A distanza di sei mesi dalla vicenda che ha innescato lo scontro a distanza tra Roma e Bruxelles, gli stessi stano chiedendo, attraverso un legale, al governo italiano un indennizzo.

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