Caso Diciotti, il Tribunale dei ministri vuole processare Salvini. La parola adesso passa al Senato

Il Tribunale dei Ministri di Catania chiede l'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno per "sequestro di persona aggravato". La palla passa a Palazzo Madama. Incognita M5S sul voto

Caso Diciotti, il Tribunale dei ministri vuole processare Salvini. La parola adesso passa al Senato

Il colpo di scena arriva da Catania. Il Tribunale dei ministri ha deciso di processare Matteo Salvini per il caso Diciotti. Il ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona per aver negato, secondo i giudici catanesi, l’autorizzazione allo sbarco di 117 clandestini bloccati nel porto di Catania sulla nave Diciotti.

In quei giorni di febbrili ed estenuanti trattative, il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, aveva aperto un’inchiesta nei confronti del ministro e del suo vice, Matteo Piantedosi, accusandoli di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Quasi tutte le accuse erano cadute dopo la valutazione del Tribunale dei ministri di Palermo; era rimasto in piedi solo il sequestro aggravato. Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, dopo aver ricevuto il fascicolo dai colleghi palermitani, aveva chiesto l’archiviazione anche per quel fatto contestato.

Il processo

Tre giudici del Tribunale dei ministri di Catania hanno deciso ieri di portare Salvini alla sbarra. Hanno anche inviato gli atti della richiesta a procede contro il ministro dell’Interno al Senato, che adesso avrà 30 giorni di tempo per decidere se autorizzare o meno il procedimento contro Salvini.

Se il Senato deciderà di negare l’autorizzazione perché reputa che Salvini abbia agito nell’interesse nazionale, allora le accuse cadranno; in caso contrario, si andrà a processo.

L’ultima parole, però, adesso spetta alla politica. Fratelli d’Italia e Forza Italia potrebbero votare contro l’autorizzazione. Mentre la sinistra voterebbe quasi sicuramente a favore. A quel punto l’ago della bilancia sarebbe il M5S, il cui voto, come ha fatto capire Salvini, sarà determinante non solo per la sorte del ministro, ma anche per il destino dello stesso partito pentastellato. 

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