Elena Linari, voce fuori dal coro: “Due donne che si tengono per mano rischiano ancora insulti. È colpa del governo”

Elena Linari denuncia il clima di omofobia ancora diffuso in Italia e accusa il governo di riportare indietro i diritti civili, mentre le atlete chiedono più rispetto, libertà e inclusione.

Elena Linari, voce fuori dal coro: “Due donne che si tengono per mano rischiano ancora insulti. È colpa del governo”

Nel giorno in cui la Nazionale femminile è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la vicecapitana Elena Linari ha scelto di parlare non solo di calcio. Reduce dalla delusione per la semifinale persa contro l’Inghilterra agli Europei, Linari ha rilasciato a La Repubblica un’intervista che va oltre la cronaca sportiva, accendendo i riflettori su una questione ancora drammaticamente attuale: il clima di intolleranza verso la comunità LGBTQ+ e i passi indietro, secondo lei, compiuti dal governo in carica sul fronte dei diritti civili.

La situazione non sta migliorando, ed è per il governo che abbiamo, mi dispiace. Stanno riportando avanti la famiglia tradizionale”, ha dichiarato senza mezzi termini. A 31 anni, Linari – difensore della AS Roma – è una delle voci più autorevoli e coraggiose del calcio italiano. Fu tra le prime calciatrici a fare coming out pubblicamente nel 2019, scelta che all’epoca fece scalpore e aprì un dibattito ancora irrisolto.

Oggi, sei anni dopo, il suo messaggio è ancora più duro e urgente: “È assurdo dover parlare ancora di questo. Due donne che si tengono per mano rischiano insulti o aggressioni. È una realtà quotidiana per molte di noi”.

Parole che, se da un lato suscitano ammirazione per il coraggio, dall’altro pongono una pesante accusa al governo, reo – secondo Linari – di non proteggere adeguatamente i diritti delle minoranze. Non si tratta solo di politica. Linari parla da donna, da atleta, da cittadina. E nel farlo ribadisce un principio fondamentale: “Si deve poter amare ed essere amati, liberamente”. Lancia poi un appello ai genitori italiani, perché il cambiamento parte anche dall’educazione: “Se una bambina vuole giocare a calcio, lasciatela sognare. Il loro sogno è anche il nostro”.

La visita al Quirinale, con Mattarella che ha definito le Azzurre “la vittoria delle donne”, è stato un momento di grande simbolismo. Ma proprio nel giorno della celebrazione, Linari ha ricordato che le medaglie non bastano a cancellare le discriminazioni

Continua a leggere su Fidelity News