Stop ai circhi con animali, il Governo rinvia ancora: il caso Pescara e la situazione nell’area metropolitana

Se a Pescara l’attendamento dei circhi con animali è espressamente vietato da un regolamento comunale, la situazione cambia radicalmente nei comuni limitrofi, dove spesso non esistono norme specifiche a riguardo.

Stop ai circhi con animali, il Governo rinvia ancora: il caso Pescara e la situazione nell’area metropolitana

Il Governo ha deciso di rinviare nuovamente l’applicazione della Legge-delega 106/2022, che prevede il superamento definitivo dell’utilizzo di animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. Il decreto attuativo, inizialmente previsto per il 18 agosto 2025, è stato posticipato al 31 dicembre 2026, con una decisione presa dal Consiglio dei Ministri che ha già innescato polemiche e un’ondata di reazioni critiche da parte di associazioni animaliste, cittadini e diversi esponenti del mondo culturale.

Si tratta dell’ennesimo slittamento su una questione da tempo al centro del dibattito nazionale, che tocca il delicato equilibrio tra la tutela del benessere animale e le tradizioni dello spettacolo circense. Da anni le mobilitazioni contro l’impiego di animali esotici e domestici nei numeri da circo si susseguono in tutta Italia, accompagnate da raccolte firme, appelli pubblici e richieste di intervento normativo da parte delle principali organizzazioni per i diritti degli animali.

Anche in Abruzzo, e in particolare nell’area metropolitana di Pescara, il tema è particolarmente sentito. Ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, i tendoni dei circhi fanno la loro comparsa in diversi comuni, proponendo ancora esibizioni con leoni, tigri, elefanti, cavalli e cammelli. Animali costretti a vivere in gabbie o a eseguire esercizi sotto il tendone, spesso in condizioni che sollevano forti dubbi sul rispetto delle loro esigenze etologiche.

A Pescara città, grazie a un regolamento comunale approvato da tempo, è vietata l’installazione di circhi che utilizzano animali. Tuttavia, a pochi chilometri di distanza, nei comuni limitrofi come Montesilvano, Spoltore, Città Sant’Angelo o San Giovanni Teatino, l’assenza di norme specifiche rende ancora possibile l’attendamento di queste strutture. Una disparità normativa che di fatto sposta il problema appena oltre confine, senza risolverlo realmente. Il rinvio del decreto attuativo ha dunque riacceso il dibattito anche a livello locale, riportando sotto i riflettori una situazione fatta di norme disomogenee, mancanza di controlli efficaci e resistenze culturali.

Le associazioni animaliste abruzzesi tornano a chiedere un impegno concreto e tempestivo, sia da parte del Governo che delle amministrazioni locali, per garantire un cambiamento reale e non più rimandabile. Nel frattempo, mentre altri Paesi europei hanno già messo al bando gli animali nei circhi, l’Italia continua a rinviare. E con l’ultimo slittamento al 2026, lo spettacolo con gabbie, fruste e numeri addestrati potrà andare avanti ancora per altri due anni

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