L’ispirazione è chiara, netta, verso quel Podemos che ha vinto le elezioni in Spagna, ma vicino anche al Yes, we can di obamiana (e veltroniana: ‘Si può fare’) memoria. Sono queste, probabilmente, le due principali ispirazioni di Pippo Civati per il suo nuovo progetto politico: Possibile, con il segno ‘uguale’ al centro, con un colore violaceo che richiama le battaglie degli ultimi anni, tendente al caro vecchio rosso, che richiama invece la sinistra, quella vera.
Dopo aver annunciato l’uscita dal Partito Democratico Pippo Civati ha infatti lanciato la sua nuova formazione politica, che sarà presentata ufficialmente solo dopo le elezioni regionali del 31 maggio, soprattutto per testare Luca Pastorino, il candidato civatiano alla Regione Liguria. Solo dopo si comincerà a capire meglio chi parteciperà al progetto e quali saranno le linee programmatiche: per ora, un nome, un logo e niente più.
E’ lo stesso Civati ad annunciare le sue intenzioni: “A giugno, dopo le regionali, presenteremo un soggetto politico nuovo e fortemente innovativo: orizzontale come una rete e dinamico come un movimento, che non è la trasposizione di modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani sul campo della rappresentanza e della partecipazione“. L’obiettivo di Pippo Civati, quindi, è quello di unire i movimenti dal basso che, per forza di cose, non possono riconoscersi con l’attuale quadro dirigenziale del Pd: si passerà anche da Sel e dagli ambientalisti, ma non solo.
L’obiettivo dichiarato, ovviamente, è quello di arrivare al più presto a Palazzo Chigi (“Ci si presenta per governare il Paese, non per fare testimonianza”, dice Civati), per poter far sentire la propria voce. “Questo nuovo soggetto che spiegheremo con calma, lo mettiamo a disposizione di tutti coloro che sono interessati a condividere con noi un modello di lavoro completamente nuovo, che mira a formare una classe dirigente davvero competente e libera, e che si candida a governare il Paese, non certo a fare testimonianza. Possibile non è uno strappo, è una sfida rivolta a noi stessi e ad altri compagni di strada”. Che la sinistra sia tornata davvero?