L’Aula della Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge che istituisce il reato di femminicidio, sancendo un momento storico nella lott@ contro la violenz@ sulle donne in Italia. Dopo il via libera ottenuto al Senato, il provvedimento diventa legge, introducendo nel Codice penale l’articolo 577-bis, che punisce con l’ergastolo l’omicidi° di una donna commesso per motivi legati al genere, all’odi° o alla volontà di reprimere la libertà della vittim@.
La decisione del Parlamento rappresenta un segnale forte di coesione politica e attenzione sociale verso la protezione delle donne, rafforzando gli strumenti già esistenti come il Codice rosso, i centri antiviolenza e le Case rifugio. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato l’approvazione sottolineando che si tratta di un segnale importante contro la barbarie della violenz@ sulle donne.
Nel suo videomessaggio, Meloni ha evidenziato come la legge integri e rafforzi le misure già esistenti, offrendo nuovi strumenti per tutelare la dignità e la libertà delle donne e sottolineando l’importanza di continuare ogni giorno a comb@ttere la violenz@ di genere. Il Ddl n. 2528, rubricato “Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenz@ nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”, prevede numerose novità.
L’articolo 577-bis introduce il femminicidio come reato autonomo, punendo con l’ergastolo la m°rte di una donna commessa per odi°, discriminazione, prevaricazione, controllo, possesso o dominio, o per il rifiuto di instaurare o mantenere rapporti affettivi. Sono previste aggravanti specifiche e limiti alle attenuanti, per rendere la risposta penale più severa e mirata.
Il disegno di legge include anche l’inasprimento delle pene per casi di violenz@di genere, con modifiche agli articoli 572, 585, 593-ter, 609-ter, 612-bis e 612-ter del Codice penale. Viene inoltre introdotta la confisca obbligatoria dei beni e dei dispositivi utilizzati per commettere reati di maltr@ttamenti familiari. Il Ministro della Giustizia dovrà presentare ogni anno una relazione sullo stato di applicazione della legge, con dati aggiornati sui femminicidi e le condanne.
Altre disposizioni riguardano il codice di procedura penale e l’ordinamento penitenziario: maggiori diritti di informazione per le vittime, comunicazioni obbligatorie ai familiari, limiti ai permessi premio per i condannati e tutela degli orfani di femminicidio, anche nei casi di relazioni affettive non stabili. Sono previste campagne di sensibilizzazione e formazione obbligatoria per magistrati e operatori sanitari, la creazione di un tavolo tecnico permanente al Ministero della Salute e accesso ai centri antiviolenza per minori dai 14 anni senza autorizzazione dei genitori. Nonostante il consenso unanime alla Camera, il percorso parlamentare non è stato privo di tensioni.
In precedenza, le opposizioni avevano espresso critiche sul rispetto degli accordi relativi ad altre norme sulla violenz@ sessu@le, sottolineando la necessità di approfondimenti e audizioni. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha confermato di aver rispettato gli accordi, auspicando che anche il governo e la presidente del Consiglio facciano altrettanto. L’approvazione del Ddl Femminicidio rappresenta un passo storico per la giustizia italiana: la legge non solo introduce un nuovo strumento penale, ma rafforza la cultura della prevenzione, della tutela delle vittime e della responsabilità sociale, ribadendo che la protezione delle donne è una priorità nazionale.