Covid: l’ultimo procedimento a carico di Roberto Speranza è stato archiviato

Il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato il procedimento a carico dell'ex Ministro della Salute Roberto Speranza, relativo a denunce sulla campagna di vaccinazione anti-Covid.

Covid: l’ultimo procedimento a carico di Roberto Speranza è stato archiviato

La magistratura italiana sembra aver voltato pagina rispetto alla tormentata stagione dell’epidemia da Covid-19, chiudendo l’ultimo dei procedimenti legati alla gestione della pandemia. Al centro dell’attenzione, l’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza, ora scagionato dalle accuse mosse contro di lui in relazione alla campagna di vaccinazione nazionale.

Il tribunale dei ministri di Roma ha archiviato il procedimento a carico di Speranza, a seguito delle denunce avanzate da alcuni sindacati e dal comitato Ascoltami, che lo accusavano di aver provocato danni con la campagna vaccinale anti-Covid. Secondo l’ordinanza, la condotta di Speranza è stata giudicata corretta e mirata alla difesa dell’interesse pubblico e del diritto alla salute dei cittadini, in linea con la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica.

La figura di Speranza era tornata alla ribalta lo scorso 12 febbraio, a Potenza, durante la presentazione del suo libro “Perché guariremo“. Un episodio emblematico fu il confronto con un disabile che sosteneva di aver subito un ictus immediatamente dopo la vaccinazione anti-Covid. L’ex ministro, pur esprimendo rispetto per l’uomo, aveva ribadito l’importanza dei vaccini, citando dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui, in Italia, avrebbero salvato almeno 1,4 milioni di persone.

Nonostante la chiusura del caso in Italia, le controversie legate alla gestione della pandemia e alla campagna vaccinale non sono del tutto appianate in Europa. Rimane sotto i riflettori l’accordo siglato dalla Commissione Europea con Pfizer per la fornitura di vaccini contro il coronavirus, che prevedeva l’acquisto di 1,8 miliardi di dosi, il più grande appalto mai concluso dall’Unione Europea.

Le critiche si concentrano sulla figura della presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, accusata di aver gestito personalmente e con una certa opacità le trattative con i vertici di Pfizer. Le modalità di negoziazione, effettuate anche tramite scambi di messaggi informali e senza il coinvolgimento del gruppo negoziale degli Stati membri, hanno sollevato perplessità e richieste di chiarimento da parte della Corte dei Conti europea, finora rimaste senza risposta.

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