Gli attentati di Bruxelles avvenuti negli ultimi giorni hanno mostrato e messo a nudo, ancora una volta, la fragilità delle strutture di sicurezza e degli organi di intelligence europei. A novembre era toccato a Parigi, e nemmeno dopo 6 mesi è stato il turno del vero cuore pulsante dell’Europa, non soltanto geograficamente, ma anche politicamente, in quanto Bruxelles è la sede del Parlamento Europeo.
Attentati a Bruxelles, Silvio Berlusconi contro i leader europei
A tal proposito, l’ex premier e leader del partito politico di centro destra Forza Italia, non ha risparmiato nessuno, spiegando, in diverse interviste, che l’Europa dovrebbe considerare questi attentati come una vera e propria dichiarazione di guerra da parte dell’Isis e ripropone di formare una coalizione europea contro l’Isis, in modo da sconfiggere una volta per tutte lo Stato Islamico, responsabile di centinaia di morti e feriti non solo in Europa, ma in tutto il mondo.
“Siamo in guerra e serve costituire sotto l’egida ONU una coalizione internazionale che possa estirpare militarmente il cancro dell’Isis”, queste la parole dell’ex premier Berlusconi ma sono state subito ribattute dai suoi avversari politici in quanto Berlusconi ha affermato che la maggior parte degli arruolamenti dell’Isis avvengono per fame e che se l’ONU offrisse loro uno stipendio da militari, volterebbero bandiera e combatterebbero l’Isis, al posto di ingrossarne le fila.
In molti non sono del parere di Silvio Berlusconi e ritengono che un’invasione militare avrebbe soltanto l’effetto opposto a quello voluto. Ancora più duro, Berlusconi, si è dichiarato in merito ai leader europei, affermando che al momento in Europa non esiste una classe dirigente politica in grado di poter affrontare questa minaccia.
Secondo lui, infatti, questo è il più grande problema europeo, non avere leader all’altezza; il leader di Forza Italia ha infatti affermato che mancando una leadership salda, anche gli organismi di intelligence e di gestione delle forze dell’ordine vengono meno e non si riesce ad avere la giusta cooperazione tra i vari Paesi europei.