Assistenti civici e Francesco Boccia: approvata dal governo la richiesta di sorveglianza

Gli assistenti civici hanno avuto il via libera da parte di Conte, il quale ne riduce fortemente le funzioni di controllo, scatenando comunque un gran dissenso generale ed una forte opposizione.

Assistenti civici e Francesco Boccia: approvata dal governo la richiesta di sorveglianza

Francesco Boccia, il ministro agli Affari Regionali e alle Autonomie, in un post su Facebook, dichiara di voler dare vita ad una sorveglianza nazionale, finalizzata a far rispettare le regole del distanziamento sociale causato dall’epidemia di Covid-19. Assistenti civici che tuttavia non saranno intesi come “guardie”, specifica il ministro, ma come volontari che supervisionano i rapporti sociali.

Questa decisione ha scatenato l’opposizione, anche nella stessa maggioranza governativa, considerando tale proposta repressiva. I pareri contrastati sono tanti, partendo dalla Ghisleri passando a Lamorgese ed al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, i quali sono rimasti stupiti dalla decisione presa quasi autonomamente da parte del collega, discostandosi dalla creazione e gestione di un corpo di volontari da parte del ministero degli Interni, finendo con Giorgia Meloni che dichiara l’inutilità di “guardoni municipali“.

Nonostante le numerose polemiche che hanno dato il via libera a molte discussioni e ad una forte opposizione, Conte dà il suo consenso a ben 60 mila volontari coordinati dalla Protezione Civile per aiutare le autorità locali a gestire la tanto caotica “Fase 2” legata alla fine del lockdown. 

La funzione di questi assistenti civici sembra esser stata limitata fortemente, a seguito di una riunione tenuta tra Conte, Boccia, Lamorgese, e Catalfo lunedì sera: non avranno mansioni di controllo, le loro funzioni non sostituiscono quelle delle forze di polizia, e inoltre possono essere impiegati anche nella consegna a domicilio di spesa e acquisti. 

Boccia inoltre dichiara che gli assistenti civici non hanno nulla a che fare con la movida che sembra essere rinata dopo la riapertura di bar e ristoranti, scatenando il dissenso di molti governatori regionali, i quali minacciano una seconda chiusura se la curva dei contagi subirà un rialzamento a causa dello scarso rispetto delle norme del distanziamento sociale.

Cooperatori nazionali, se si possono definire così, che verranno sparpagliati sul suolo nazionale al più presto per poter garantire un ritorno graduale alla realtà, più sicuro e “distanziato”.

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