Pescara: detenuto si inchioda lo scroto allo sgabello in segno di protesta (1 / 2)

Pescara: detenuto si inchioda lo scroto allo sgabello in segno di protesta

Sembrerebbe una vera e propria zona di guerra, quello in cui si è trasformata la casa circondariale di Pescara. Il carcere del capoluogo abruzzese, è passato alle cronache locali e nazionali, per le violente risse tra detenuti, quasi sempre precedute da tafferugli e proteste. Non mancano neppure i casi di tentativi di incendio o atti di autolesionismo. L’ultima vicenda che ci è stata raccontata dai quotidiani locali, vede protagonista un uomo italiano.

L’uomo, volendo protestare attivamente il suo malcontento rivolto alla casa circondariale di Pescara, si sarebbe inchiodato lo scroto ad uno sgabello in legno. Il tempestivo intervento del 118 ha evitato conseguenze ben peggiori. Il dottore ha rimosso il chiodo ed ha proceduto alle cure necessarie per il detenuto. Lo scenario che si è venuto a creare non è assolutamente sicuro per i carcerati o per il personale di sicurezza del carcere di San Donato.

Sabino Petrongolo, segretario regionale dell’Unione di polizia penitenziaria (Uspp), ha delineato una situazione lavorativa molto complicata per gli agenti della Polizia penitenziaria. L’organico infatti, essendo già ridotto ai minimi termini da anni, deve occuparsi anche di trasporti straordinari. Petrongolo ha poi aggiunto: “I detenuti sono così ricoverati in vari reparti a seconda della loro diagnosi con un maggiore impiego di unità di polizia, e con evidenti rischi per la sicurezza pubblica“.