La leader degli animalisti dichiara: “Aboliremo la caccia in Italia: vi spiego come” (1 / 2)

La leader degli animalisti dichiara: “Aboliremo la caccia in Italia: vi spiego come”

La caccia è sempre stata una delle attività preferite dell’essere umano, tant’è che sin dai tempi più antichi l’atto di cacciare altri animali era uno dei metodi più sfruttati ed efficenti per riuscire a procurarsi del cibo fresco ogni giorno. I primi esseri umani potevano infatti contare su risorse limitatissime per sopravvivere, ed erano suddivisi nelle cosiddette società di cacciatori-raccoglitori, gruppi di individui che vivevano sfruttando le risorse alimentari che trovavano spostandosi da una regione all’altra.

I cacciatori-raccoglitori erano le figure dominanti del Paleolitico, poiché all’epoca l’Uomo ancora non conosceva altre possibilità di ricavo di risorse alimentari, pertanto queste società nomadi si spostavano frequentemente alla ricerca di nuovi luoghi dove poter cacciare e raccogliere bacche, frutti e radici per potersi nutrire. Solo successivamente, attorno al 9.800 a.C., comparvero le prime forme di agricoltura ed i primi tentativi di insediamento permanente e di formazione di comunità sedentarie da parte degli esseri umani di allora, i quali perfezionarono i primi tentativi di creazione di civiltà stabili con la domesticazione degli animali selvatici.

Si trattò di un passaggio necessario alla creazione delle basi per lo sviluppo della civiltà moderna, ma tutt’altro che traumatico: non tutte le zone erano infatti adeguate alla coltivazione, inoltre le popolazioni che vivevano lungo terreni fertili erano costrette a subire continue scorribande da parte di popoli provenienti da regioni aride a caccia di sostentamento per la sopravvivenza (le “guerre per il cibo” erano talmente violente e frequenti che, stando alle ultime ricerche antropologiche, l’aspettativa di vita di un contadino era all’epoca inferiore a quella di un cacciatore-raccoglitore).