Sempre in vena di allargare il proprio portafoglio prodotti, Vivo – brand cinese del gruppo BBK Electronics – ha lanciato in patria un nuovo smartphone, il Vivo G1 5G, sostanzialmente una versione business e per clienti governativi del Vivo S6 5G, con diverse somiglianze estetiche nei confronti del “cugino” OnePlus 7T.
Il frontale del Vivo G1 5G presenta un notch a goccia, ove alloggiare la selfiecamera da 32 megapixel (Face Unlock, video stabilizzati con EIS), ed un display AMOLED, con risoluzione FullHD+ (409 PPI), da 6.44 pollici, sotto il quale si cela il sensore per la scansione delle impronte digitali. Posteriormente, al centro della parte alta della coverback, vi è un modulo circolare, con i sensori della tripla fotocamera incolonnati.
Nello specifico, si parte con un sensore principale da 48 (video in 4K, stabilizzazione elettronica), si prosegue con uno ultragrandangolare da 8, e si conclude con due sensori da 2 megapixel ciascuno, rispettivamente per macro e profondità: tra le varie modalità di registrazione video, è accreditata quella a doppio campo che, in pratica, registra assieme e unisce nella medesima clip quanto ripreso con la fotocamera anteriore e il sensore principale posteriore.
Per il segmento logico del Vivo G1 5G, comprensivo di 8 GB di RAM (LPDDR4X ) e 128 GB di storage (UFS 2.1), la scelta è ricaduta sull’octacore (2.2 GHz) Exynos 980, abbinato ad una GPU Mali-G76 MP5, e comprensivo di un modem per il 5G, standalone e non. La batteria, da 4.500 mAh, è caricabile rapidamente (a 18W) via microUSB Type-C che, nell’array delle connettività, fa compagnia al Dual SIM, al 4G, al GPS, al jack da 3.5 mm, al Wi-Fi dual band, al Bluetooth 5.0, ed all’NFC (utile per i pagamenti contactless, ma anche per identificare la carta d’identità elettronica e leggere i tag).
Il sistema operativo del Vivo G1 5G è Android 10 che, grazie all’interfaccia Funtouch OS 10 guadagna il supporto dell’assistente virtuale Jovi: in più, essendo un device destinato ai dipendenti governativi, alle forze dell’ordine, ed ai dipendenti delle aziende, risulta implementato un doppio ambiente. Da una parte vi è il profilo personale dell’utente e, dall’altra, con più restrizioni, quello professionale, con l’azienda che può regolare gli aggiornamenti, gestire le connessioni Wi-Fi e Bluetooth, stabilire le app da installare ed il dipendente che, invece, non può trasferire alcun dato, da e verso tale profilo, né col Wi-Fi né col cavo. Le forze dell’ordine, infine, disporranno di una personalizzazione con il collegamento alla intranet riservata alle attività di pubblica sicurezza e la posizione GPS dell’agente sempre visibile al commissariato di riferimento.