A ormai due anni di distanza dal Sirin Solarin, la svizzera Sirin Labs (alias “Sirin Mobile Technologies”) ha annunciato un nuovo smartphone super sicuro, il Sirin Finney, costoso (quasi) come il predecessore ma, in questo caso, votato anche alla gestione della blockchain ed al mondo delle criptovalute.
Sirin Finney, leggermente immune ad acqua e polvere (IP52), ma dotato di una back cover in vetro Gorilla Glass con frame laterale in metallo e annessi pulsanti meccanici (per il volume, e per disattivare manualmente le connessioni non crittografate), ha una scheda tecnica di primo livello. Il processore prescelto è un octa core Qualcomm, il recentissimo Snapdragon 845, abbinato a 6 GB di RAM ed a 128 GB (espandibili via microSD di ulteriori 2 TB) di storage per l’archiviazione di file, app, e per il sistema operativo Sirin OS, definito come una versione “più sicura” di Android (forse Oreo 8.1).
Sul display del Sirin Finney, le informazioni sono parziali: è stato presentato come un pannello da 6 pollici, con aspect ratio panoramico a 18:9, ottima densità d’immagine (402 PPI) e valore sulla scala cromatica NTSC (95%), ben leggibile sotto la luce del sole (in virtù del contrasto a 1500:1). Calcoli alla mano, quindi, dovrebbe trattarsi di un monitor con risoluzione FullHD+ (ovvero, da 2.160 x 1.080 pixel): in compenso, è stato etichettato come munito di un filtro anti-riflesso, e di uno scanner biometrico in-display (come nel Vivo X20 Plus UD).
La selfiecamera grandangolare (85%), con focale a f/2.2, arriva ad 8 megapixel, mentre quella posteriore, con focale a f/1.8, si eleva sino a 12 megapixel, scatta foto con poca luce ed è equipaggiata con una messa a fuoco con doppio rilevamento di fase. Confermata anche la batteria, da 3.280 mAh, con ricarica rapida (100% in due ore, 50% in mezzora).
Le connettività del Sirin Finney dovrebbero prevedere la nanoSIM, il Wi-Fi ac (con antenne 2×2 MIMO), il Bluetooth 5.0, il 4G/LTE (cat 12, 23 bande), il GPS ed un modulo NFC. La presenza di un antivirus multilivello, inoltre, dovrebbe evitare che i possessori del device possano inavvertitamente connettersi a reti fraudolente.
L’elemento cloud del device, dall’aspetto esagonale-simmetrico se visto di profilo, consta – senza dubbio – in un motorino che, un po’ come nel Vivo Nex, in alto, solleva uno slider: all’interno di quest’ultimo un secondo display (à la LG V10), il Safe Screen, visualizzerà – supportato in chiave software da un firmware dedicato – un wallet (portafoglio digitale) abilitato al supporto di svariate criptovalute, un’app store per software decentralizzati (DApp), ed un converti-token.
Stando alle comunicazioni ufficiali dell’azienda, il Sirin Finney – il primo smartphone al mondo per la gestione della blockchain – dopo la produzione negli stabilimenti cinesi della Foxconn, arriverà in commercio a Novembre, con un prezzo molto inferiore al Solarin (15.000 euro), benché non certo a buon mercato (999 dollari): in compenso, pagando sul sito ufficiale (ove è già in pre-ordine) in criptovaluta proprietaria (SRN, o Sirin Labs Token), si otterrà uno sconto del 10% sul prezzo finale di listino. Ancora ignoto il resto della scheda tecnica, così come le tempistiche delle prime spedizioni.