Presentato da Xiaomi sul finire di Giugno, il medio-gamma POCO X4 GT si candida a essere uno dei migliori gaming phone del momento: grazie al test di un’unità concessa in prova, ecco il nostro giudizio.
Il POCO X4 GT ha un display LCD da 6.6 pollici, risoluto in FullHD+, con 407 PPI: il vetro protettivo Gorilla Glass 5 è risultato in grado di resistere alle cadute da un tavolino, ed ai tentativi di graffiatura da parte di un cent smerigliato. In confezione c’è una pellicola protettiva inclusa, ma se ne può fare tranquillamente a meno grazie al vetro Gorilla Glass, forse un po’ troppo spesso (con annessi riflessi). Sul piano del gaming, i 270 Hz di touch sampling si fanno apprezzare in quasi tutti i giochi, mentre i 144 Hz di refresh rate sono un lusso esoso energeticamente nelle attività quotidiane (meglio scalare, dunque, almeno ai 90 Hz per un miglior equilibrio con i consumi).
La qualità dell’LCD non eguaglia gli OLED: vi è una luminosità diffusa nelle immagini cui è difficile ovviare anche settando le impostazioni dei colori sul valore Intenso. Va molto meglio con la modalità lettura che vira sui toni caldi, riduce la luce blu e, volendo, applica la texture della carta. Gli angoli di lettura sono assai buoni, specie ai lati. Se si proviene da un AMOLED, sarà difficile riabituarsi agli schermi LCD.
Il retro non trattiene molto le impronte: le dimensioni, pari a 163.64 x 74.29 x 8.87 mm, sono idonee a stringere il device con una sola mano, ma non a controllarlo senza reggerlo con due mani, a meno che non s’imposti l’interfaccia adattiva per il controllo mono-mano. Il peso appare ben bilanciato, con 200 grammi. I frame laterali sono piatti, stupendi a vedersi, ma non altrettanto comodi – quanto a feel touch – come nel caso di un device con scocca curvata sia davanti che dietro: va però detto che, con un design così piatto, si evitano i tocchi accidentali ai lati del display.
La triplice fotocamera sul retro ha un sensore principale da 64 megapixel stabilizzato elettronicamente, un ultragrandangolo da 8 a 120° e un macro da 2 megapixel: la stabilizzazione elettronica torna utile nelle modalità di scatto a lunga esposizione, perché elimina il micromosso, e aiuta in effetti come le scie al neon, cielo stellato, cielo di stelle, light painting, folla in movimento etc. Lo zoom elettronico, 10x, arrivato al suo massimo perde nei dettagli, che rasentano quasi un dipinto a olio (i particolari delle foglie ingrandite sono “fumettosi”). Le visure grandangolari non sembrano affette da distorsioni laterali, mentre le macro, soddisfacenti nel risultato finale, impiegano un pochino nel mettersi a fuoco.
L’app fotocamera presenta l’opzione Pro con tutta una serie di impostazioni regolabili, ha un’apposita modalità per la scansione dei documenti, oltre a una night mode. Gli amanti di Snapchat, TikTok e Instagram, apprezzeranno senza dubbio le opzioni Clone, breve video e Vlog. Le foto scattate a piena risoluzione, 64 megapixel, sono davvero buone, ma pesano un bel po’ (quasi 10 MB ciascuna). L’audio, stereo e con Dolby Atmos, è fantastico: ricco, caldo, dettagliato, potente. La vibrazione, provata nei setting Pro della fotocamera, è precisa e rende quasi l’idea di far scattare i millimetrici ingranaggi di una fotocamera vera e propria: nei giochi in cui è supportata, incrementa il coinvolgimento multisensoriale.
Lateralmente, lo scanner per le impronte digitali, posto nell’incavo del pulsante d’accensione, è molto preciso e reattivo: peccato che, restando incavato (sensazione acuita usando la custodia siliconica presente in confezione), non sia altrettanto comodo quando lo si usa per il suo compito primario, ovvero accendere o riavviare lo smartphone.
Il setting elaborativo, con l’octacore MediaTek Dimensity 8100, la RAM LPDDR5 e lo storage UFS 3.1 non ha sofferto di lag nei giochi provati (eFootball 2022, Dust Settle, Genshin Impact, Fifa Mobile), anche se il retroscocca ha scaldato più di quel che ci si poteva immaginare. In tal senso, i test condotti con il software mobile AnTuTu sono andati bene su quasi tutta la linea, tranne che nella gestione delle temperature, cresciute di 1° al minuto sino alla soglia critica (45°) che ha interrotto l’avanzamento dello stress test intrapreso. Molto male visto che il device vanta la LiquidCool Technology 2.0 per la dissipazione termica: in quest’ambito il POCO X4 GT purtroppo non può essere promosso.
Lato software, il POCO X4 GT è arrivato con l’interfaccia MIUI 13 basata su Android 12, il POCO launcher e le patch di sicurezza datate Giugno 2022 (nel giro di qualche giorno sostituite con quelle di Luglio, giunte prima che sul quasi top gamma Galaxy S21 FE): nel complesso l’interfaccia è parsa molto fluida e priva di bug, ma infarcita oltremisura di bloatware. Alcune app preinstallate andavano bene, trattandosi di videogame in quello che si candida a essere un gaming phone: altre erano del tutto inutili, sebbene fossero tutte disinstallabili (in modo non molto intuitivo per l’utente consumer). Nel complesso il POCO X4 GT, piazzatosi 29° nella benchmark chart di AnTuTu, si è dimostrato un device adatto a chi cerca un device molto prestante, senza spendere troppo, stante uno street price sul mercato italiano, già arrivato a 329 euro, con velleità fotografiche e buoni capisaldi anche in sede di gaming.