Android 12 Developer Preview 1: ecco come potrebbe essere il nuovo OS di Google

L'avvenuto rilascio della prima Developer Preview di Android 12 permetterà, ai fortunati possessori di uno smartphone Google, di apprezzare per tempo come sarà la nuova versione dell'OS googleiano, adoperabile da smartphone e tablet.

Android 12 Developer Preview 1: ecco come potrebbe essere il nuovo OS di Google

Google, dopo la carrellata di novità delle scorse ore, ha avviato il percorso che, dopo 3 developer preview e 4 beta, porterà, tra la fine di Agosto e l’inizio di Settembre, all’esordio di codename Snow Cone, altrimenti noto come Android 12, di cui è stata appena diffusa la prima versione dedicata agli sviluppatori, testabile a partire dai Pixel 3

Android 12 interverrà notevolmente sull’esperienza utente: le notifiche subiranno un ridesign ammodernante e sarà possibile avviare da esse le app (progettate per quest’edizione di Android) in modo più rapido, senza quei passaggi intermedi che oggi fanno perdere tempo. Nel caso delle notifiche della messaggistica, sarà presente anche un tastino snooze, per rinviarle di 15, 30 minuti o 2 ore. Non mancherà, nella sezione delle impostazioni di sistema relative alle gesture,una modalità a una mano, adatta agli schermi più ampi, che sposterà molte opzioni in basso occupando la parte alta con uno spazio vuoto.

Grazie all’introduzione di una particolare API, sarà più facile per le app scambiarsi contenuti multimediali, indipendentemente dal fatto che provengano dal drag&drop, dagli appunti, o dalla tastiera. Anche le attività in primo piano saranno ottimizzate, in modo che non possano essere interrotte quale che siano le impostazioni della batteria, con facoltà di rimandare di 10 secondi alcune notifiche di sistema, per portare date brevi attività a conclusione. Anche la modalità split screen non rimarrà intonsa, dato che sarà possibile abbinare due app dalle attività recenti, col divisorio che, toccato due volte, permetterà loro di scambiarsi di posto.

Il coinvolgimento multimediale passerà per vari step. Innanzitutto, sarà facile legare l’audio a effetti vibrazionali, ad esempio nei giochi o con le suonerie (in modo da distinguere un chiamante dall’output tattile): le immagini saranno supportate anche nel formato AV1 che a parità di dimensioni assicura più qualità del JPEG, mentre le app potranno operare col formato HEVC senza bisogno di supportarlo direttamente, grazie alla transcodifica AVC operata in un breve (in relazione all’hardware) lasso di tempo. In tema audio, vi sarà un miglioramento dell’audio multicanale, che passerà da 8 a 24 canali.

In tema di sicurezza, sarà assunta più cura affinché le applicazioni non esportino per errore o inavvertitamente i dati degli utenti mentre, a favore degli amministratori di rete, sarà possibile fissare la complessità delle password, per trovare un equilibrio tra l’esigenza di non dimenticare l’accesso e quello di renderlo abbastanza blindato. Ad ogni dispositivo sarà assegnato un ID personale, che semplificherà alcuni casi d’uso, ad esempio qualora vi fosse un ripristino di fabbrica o un dipendente lasciasse l’azienda. 

 

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