Quando ancora si parlava di “cinafonini”, il brand cinese LeEco (alias LeTV) fu tra i primi a proporre in Occidente i suoi smartphone, nel 2015, anche se un paio d’anni dopo dovette ridimensionare il suo impegno a causa di gravi problemi finanziari, superati i quali nel Maggio scorso è tornato a proporre all’attenzione generale i propri telefoni evoluti, tra cui l’economico, ma elegante, nuovo LeTV Y1 Pro.
Presentato come “flagship entry level“, lo smartphone il LeTV T1 Pro (164.3 x 77.7 x 9.5 mm per un peso di 208 grammi), in colorazione blu stellato, nero notte, bianco stellato, non fa mistero d’ispirarsi agli iPhone 13: i bordi laterali sono piatti mentre, davanti, l’iconica tacca viene ottenuta combinando una cornice centrale ad angolo retto con due specchietti micro-arc. L’insieme ospita, nella sede per la fotocamera anteriore, una selfiecamera da 5 megapixel predisposta anche per il riconoscimento facciale.
Dietro, in uno schema a Ying e Yang, assieme al Flash LED e ad elementi decorativi (il secondo sensore fotografico è finto), la superficie in plastica reca una monocamera da 8 megapixel. Sul piano dell’audio, non viene meno il pratico mini-jack da 3.5 mm.
Il resto dello spazio viene occupato da un display LCD da 6.54 pollici risoluto a 1560 × 720 pixel (HD+) con 60 Hz come valore di refresh rate. Con prestazioni analoghe al rivale Meizu 10, il nuovo LeTV Y1 Pro si avvale del processore quadcore (2.0 GHz) Unisoc Tiger Ben T310 che, realizzato a 12 nanometri di litografia, si avvale di un core performante Cortex A75 e di tre core risparmiosi A53 per i compiti di routine: la GPU, o scheda grafica, assume le forme di una PowerVR GE8300.
Sul piano delle memorie, RAM e storage, la combinazione da 4+32 GB viene venduta a 499 yuan (circa 70 euro), mentre quella da 4+128 GB costa 699 yuan (circa 98 euro), e quella da 4+256 GB richiede 899 yuan (126 euro). L’energia viene fornita allo smartphone entry level LeTV Y1 Pro da una batteria, da 4.000 mAh, caricabile tutt’altro che rapidamente via Type-C, a 10W, aiutata nell’assicurare l’autonomia dalle personalizzazioni dell’interfaccia proprietaria Le OS 9.1 (forse a base Android 11).