Qualche tempo fa Google annunciò il ritiro del progetto relativo ai Google Glass e fu subito ridda di voti sulla motivazione: certo, il prezzo degli occhiali smart di Mountain View non era proprio “popolare” (1500 dollari), ma – più che altro – il vero motivo del loro insuccesso stava nella forma e nell’ingombro del proiettore della realtà aumentata. Paragonati agli Hololens della Microsoft, non facevano propriamente una bella figura.
A poco a poco, da quel momento, gli sviluppatori di applicazioni per i Google Glass incominciarono a concentrarsi su altre sfide. Mountain View, però, spiegò che il progetto non era annullato, ma in fase di ripensamento.
Dopo uno stop&go durato relativamente poco, qualcosa dev’essersi effettivamente mosso nella mente di Brin e Page (i fondatori di Google): dapprima si sono rincorse voci di una collaborazione con la Intel e, soprattutto, la Luxottica per creare qualcosa che fosse più piacevole da indossare, poi sono uscite indiscrezioni addirittura su una possibile data per i Google Glass 2.
I dettagli, ad ogni modo, erano ancora pochi. Oggi, tuttavia, sembrano esservene di più. La rivista “Business Insider”, infatti, rivela che Google avrebbe proceduto ad una massiccia assunzione di tecnici ed esperti di elettronica che in passato avevano lavorato per Amazon, nel Lab126, a progetti innovativi come il Kindle Fire e lo sfortunato FirePhone. Questo, è vero, potrebbe anche non dire molto. Google, d’altronde, ha le mani in pasta un po’ ovunque: persino nella robotica!
Però qualche indizio in merito ai Google Glass, tale mossa lo fornisce eccome. Molti dei tecnici assunti, infatti, avrebbero condiviso sul proprio profilo Linkedin la conferma di star lavorando a “nuovi fantastici indossabili”, a qualcosa che riguarda “i Google Glass e oltre”.
Nello specifico, tuttavia, non si è riuscito a saperne molto di più: Google non ha fornito alcuna delucidazione a riguardo, limitandosi, però, a confermare che sta davvero lavorando ai nuovi Google Glass nell’ambito di un certo Project Aura.
Che sia, tecnologicamente, parlando l’unico caso di una “rondine che fa primavera”? Vedremo. Nel frattempo, accontentiamoci – prima di avere degli occhiali smart – di avere abitudini smart nel vivere quotidiano.
Grazie ad autobus che inquinano poco, a device per la terza età, a case che ci assistono…forse ciò è proprio dietro l’angolo!