Da qualche tempo, il mercato degli smartwatch è decisamente trainato dai modelli – anche semplici smartband – con funzionalità di fitness tracking, a denotare una sempre maggiore attenzione degli utenti verso la propria condizione di salute, ed il miglioramento del benessere personale. In quest’ambito si inserisce anche una recente soluzione di dispositivi indossabili, sviluppata da MIT e Università di Harward, basata su alcuni tatuaggi “intelligenti”.
Ultimamente, la tecnologia indossabile sta assumendo proporzioni sempre più portable e minute, in tandem con la sua vocazione salutistica. Due anni fa, il Medical Research Council realizzò un cerotto intelligente capace di curare l’abuso di antibiotici, mentre un anno e mezzo fa fu un ricercatore dell’Università di Tel Aviv a inventare un cerotto biocompatibile in grado di riparare il cuore, evitando un trapianto.
La strada verso la miniaturizzazione degli accessori indossabili a scopo medico è proseguita, tanto che già quest’estate un professore giapponese, Akihito Miyamoto, aveva inventato il nanomesh, un microtatuaggio in grado di rilevare parametri salutistici come il battito del cuore e i segnali elettrici del cervello.
A coronamento di quest trend, è appena giunta la notizia secondo cui un team congiunto di ricercatori dell’Università di Harward e del MIT avrebbero realizzato un tatuaggio in grado di reagire con il liquido interstiziale del paziente, indice del suo stato sanguigno, e di mostrare un colore indicativo di un particolare problema: i diabetici, ad esempio, da una colorazione verde marroncina potrebbero capire che è in corso un aumento del glucosio, mentre gli atleti – con un verde intenso – capirebbero di doversi reidratare.
Al momento, il tutto funziona senza connessione dati, in base a dei sensori in locale, e non necessita di batterie ma, in futuro, in abbinamento con un’app, sarà possibile controllare questi micro-tatuaggi da smartphone, ed acquisirne i dati a scopo analitico/statistico. Nel frattempo, il gruppo di ricerca congiunto è impegnato anche a rendere il tatuaggio medico meno invasivo dal punto di vista estetico, magari ottenendone dei prototipi che siano visibili solo per il tempo necessario alla rilevazione cromatica, o che risultino visibili esclusivamente sotto determinate luci.