Una delle prossime frontiere della tecnologia indossabile riguarderà gli sbocchi di quest’ultima in ambito biomedico. Al momento, sotto questo punto di vista, poco è stato fatto, ed i fitness tracker riescono a monitorare sparuti elementi utili a indicare lo stato di salute di una persona: per gli esami più complessi, infatti, occorre ancora recarsi in ospedale.
Le cose, però, potrebbero cambiare presto, almeno secondo un recente articolo della rivista scientifica “Nature Nanotechnology” ove il professor Akihito Miyamoto ha spiegato in cosa consiste il “nanomesh”, una sorta di micro-tatuaggio dorato che – indossato come fosse una decorazione trendy – permetterà di salvare molte vite, monitorando diversi parametri vitali.
Il nanomesh è realizzato grazie ad un polimero sintetico, l’Alcool Polivinilico (PVA), idrosolubile, lavorato tramite l’elettrofilatura (o elettrospinning) in modo da attirare dei finissimi rivestimenti in oro, ed ottenere – in siffatto modo – dei finissimi filamenti elettrici dorati. Questi ultimi possono essere posizionati sulla pelle, e bagnati, in modo che – dissolto e sparito l’Alcool Polivinico – rimangano solo i microcircuiti a contatto diretto con la pelle, senza alcun bisogno di un substrato adesivo.
In questo modo, la nuova tecnologia di monitoraggio permette alla pelle di traspirare, e non ostacola le ghiandole sudoripare: i primi esperimenti condotti, in tal senso, hanno constatato come non vi sia stata alcuna irritazione della pelle nel mentre (7 giotni) queste particolari patch venivano “indossate”. Inoltre, i primi test di resistenza condotti in laboratorio hanno assicurato la lunga durata dei tatuaggi biomedici in questione, attestandone la capacità di piegarsi e dilatarsi per ben 10.000 volte.
Le applicazioni del nanomesh di Miyamoto sono, in prospettiva, davvero molteplici: oltre a poter realizzare un’interfaccia diretta – e senza mediazioni – per il controllo degli smartphone e di altri accessori, è nel segmento della salute che potrebbero arrivare i migliori risultati. È notorio, infatti, che la pelle veicola diversi segnali che, opportunamente recepiti, possono salvare la vita delle persone: per questo motivo, il nanomesh potrà essere adoperato per rilevare continuamente, e in tempo reale, i battiti del cuore, l’eventuale insorgenza di malattie neuromuscolari, ed i consueti segnali del cervello, onde accertarne il corretto funzionamento.
Al momento, però, va detto, la ricerca sui “nanomesh” – ancorché promettente – ha ancora carattere sperimentale e va affinata ancora a lungo prima che possa venir messa a disposizione del benessere di tutti.