All’evento Spring Loaded mandato in onda da Apple, dopo un’attesa durata ben due anni, dal loro primo avvistamento nel codice di iOS 13 del 2019, hanno fatto la loro comparsa i localizzatori AirTags che, come i Tile, permetteranno di trovare tutto quel che si sia perso.
Gli AirTags hanno una forma discoidale, cono uno chassis in acciaio inossidabile e la certificazione IP67 contro polvere e schizzi d’acqua: la parte posteriore, che può essere rimossa per sostituire la batteria, può essere personalizzata in sede di acquisto con particolari scritte o emoji e, sempre a livello estetico, non mancherà la facoltà di proteggerli con custodie ad hoc.
Una volta associati ad un iPhone semplicemente accostandoli, via NFC, sarà possibile attribuir loro un nome, tra quelli predefiniti (es. chiavi) o scegliendone uno proprio e, da quel momento, il tracciamento avverrà mediante l’app Find my (Dov’è), installata su un miliardo di dispositivi, sfruttando il Bluetooth, nel caso l’oggetto associato sia a portata di smartphone o, diversamente, la rete dei device compatibili con l’app Find My, con la facoltà di seguire la direzione precisa (Precision finding) su una mappa grazie all’Ultra Wideband, fornito dal chip Apple U1, che ha fatto la sua comparsa sui melafonini dall’iterazione 11.
Dotato di funzioni a tutela della privacy, perché siano tracciato gli oggetti, e non gli utenti, gli Apple AirTags dispongono anche di uno speaker, che emetterà un suono utile a localizzarli meglio quando si sarà nei loro paraggi: da segnalare che, nell’eventualità che l’AirTag sia trovato da un’altra persona, quest’ultima potrà usare un device con NFC o il proprio iPhone per “leggere”, qualora incluso, il numero di telefono del padrone del localizzatore, sì da contattarlo.
Secondo i progetti dell’azienda, il degno rivale dei Samsung SmartTags, sarà pre-ordinabile dal prossimo 30 Aprile, prezzato a 29 dollari per la confezione con una sola unità, con facoltà di risparmiare optando per quella con 4 unità, listata a 99 dollari.