Ungheria: le parole di un bambino siriano. "Fermate la guerra e restiamo a casa"

Il video di un bambino siriano che spiega le motivazioni dei migranti sta letteralmente facendo il giro del mondo in queste ore. Ecco quello che ha dichiarato e le sue soluzioni al problema

Ungheria: le parole di un bambino siriano. "Fermate la guerra e restiamo a casa"

Il video di un bambino siriano che parla del problema dei profughi siriani sta letteralmente facendo il giro del mondo in queste ore.

“Fermate la guerra e non verremo in Europa” sono queste le semplici parole utilizzate da questo bambino di appena 13 anni, che alla sua tenera età si trova già a doversi confrontare con problemi e discorsi da uomo navigato.

Lui conosce bene la realtà di cui parla dal momento che è scappato insieme alla sorella da Daraa, e si trova adesso in Ungheria per cercare disperatamente di raggiungere le terre della Germania alla ricerca di un futuro migliore.

Dall’alto della sua piccola ma grande esperienza, quindi, questo bambino offre ai microfoni del giornalista una soluzione a tutto quello che sta accadendo in questo momento. “Aiutate i siriani, fermate la guerra” dice il piccolo con la poca innocenza che gli è rimasta.

I suoi occhi, infatti, sono provati dalla sua lunga e triste storia e da tutte le brutalità e le atrocità che ha già dovuto subire. Il video del bambino sta facendo il giro del mondo in queste ore per la portata delle sue informazioni e per tutte le implicazioni che possono avere.

In queste ore, infatti, l’emergenza migranti si fa sentire in diverse parti del mondo. Ogni giorno, infatti, sono sempre più numerosi i migranti che cercano di scappare dalle proprie terre e per fare questo si nascondono nei posti più impensati, come nel vano motore di una macchina come scoperto qualche giorno fa, o si avventurano in lunghe traversate in mare pur di poter raggiungere un nuovo paese e regalarsi in questo modo una nuova vita o almeno la possibilità di potersene costruire una.

Questo bambino e le sue parole devono molto fare riflettere per capire ciò che i migranti stanno provando e cosa significhi per loro quello che sta succedendo in questo momento.

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