UK: Boris Johnson e il misterioso piano di emergenza qualora fosse morto

Tornato saldamente alla guida del governo britannico, il primo ministro Boris Johnson ha svelato l’esistenza di un piano d’emergenza ben preciso, che sarebbe stato attuato nel momento in cui non fosse sopravvissuto all’infezione da Covid-19.

UK: Boris Johnson e il misterioso piano di emergenza qualora fosse morto

A dichiararlo è stato Boris Johnson in persona: qualora avesse perso la sua personale lotta contro il Coronavirus, erano già stati messi a punto una serie di piani di emergenza per evitare di far piombare il paese nel caos. 

E, in effetti, le condizioni di salute del primo ministro inglese sono state per diverso tempo considerate come serie. Dopo aver pubblicamente ammesso di essersi ammalato, il premier britannico si era auto-isolato ma, quando il quadro clinico si era aggravato, non ha più potuto sottrarsi al ricovero in ospedale. Febbre alta, tosse e difficoltà respiratorie lo hanno costretto a raggiungere il St. Thomas di Londra, dove ha trascorso tre giorni in terapia intensiva

Come da lui stesso svelato al tabloid The Sun, “non ero in una forma particolarmente brillante e sapevo che esistevano piani di emergenza. È stato un momento difficile, non lo nego. Avevano una strategia per affrontare uno scenario tipo morte di Stalin“, la pellicola del 2017 che ripercorre le drammatiche vicende dello storico leader dell’Unione Sovietica, venuto a mancare nel marzo del 1953. 

Tra i momenti più brutti passati da BoJo, uno è di sicuro riconducibile a quando i medici hanno preso in considerazione l’idea di intubarlo. In quel preciso istante, sono state messe sul tavolo una serie di opzioni su come gestire la notizia, senza però gettare nel panico un intero paese. Ad ogni modo, nonostante si fosse addirittura pensato che potesse non farcela, Boris Johnson si è ripreso alla grande e, una volta dimesso dall’ospedale lo scorso 12 aprile, ha ringraziato lo staff medico con un inequivocabile “Devo a loro la vita

Di ritorno a Downing Street, il 55enne leader del Partito Conservatore ha anche potuto vivere la gioia della nascita del sesto figlio. Insieme con la futura terza moglie Carrie Symonds, più giovane di lui di 24 anni, ha deciso di chiamare il piccolo Wilfred Lawrie Nicholas Johnson. Se il primo e il secondo nome sono stati scelti per omaggiare i nonni, ad incuriosire è stato il terzo, Nicholas, che come svelato è stato aggiunto per ringraziare Nick Hart e Nick Price, i due medici che hanno salvato la vita al primo ministro inglese. 

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